Spagna, Abascal (Vox) tende la mano al Ppe: «Costruire una grande alternativa alla sinistra»

29 Mag 2023 15:46 - di Michele Pezza
Abascal

La Spagna si avvia verso il voto del prossimo 23 luglio in assetto bipolare. Questo è almeno quel che emerge dalle prime dichiarazioni rilasciate dai leader dopo le dimissioni del premier socialista Pedro Sanchez, uscito pesantemente sconfitto nel turno amministrativo di ieri. L’ufficialità l’avremo solo nei prossimi giorni, dal momento che la legge elettorale iberica dà ai partiti 10 giorni di tempo per formare una coalizione. E quella che ha in mente il centrodestra sembra ricalcare molto il modello italiano, anzi meloniano, basato sull’alleanza tra conservatori e popolari. Ascoltare, per conferma, le parole pronunciate da Santiago Abascal, leader di Vox, il partito della destra spagnola che ha ufficialmente annunciato la volontà di «tendere la mano» ai Popolari per «costruire una grande alternativa».

Abascal: «I due partiti già al lavoro»

«Abbiamo l’opportunità di chiudere uno dei periodi più bui della storia della Spagna», ha incalzato Abascal, confermando che sono già iniziati i contatti tra «gruppi di lavoro» dei due partiti. Il clima, per altro, sembra promettente. La soddisfazione con cui il centrodestra ha accolto l’annuncio delle elezioni anticipate a luglio suona, in tal senso, come una conferma. «È l’unica notizia positiva che Sanchez ha dato in questi quattro anni», ha infatti commentato Abascal. Sul fronte opposto, è Podemos ad essersi intestato l’iniziativa di riunire le sinistre in un unico cartello elettorale.

La sinistra risponde con il cartello progressista

L’obiettivo, ha anticipato la leader Ione Belarra, ministra uscente dei Diritti sociali, è «dare alla cittadinanza progressista del Paese uno spazio politico comune». Alcuni media hanno interpretato l’annuncio come un’apertura a negoziati con Sumar, progetto della vicepremier Yolanda Díaz con cui Podemos ha avuto divergenze negli ultimi mesi. Secondo Belarra, il cui partito ha subito ieri una sonora sconfitta, in Spagna è in corso «un’ondata reazionaria» portata dalle vittorie della destra di Abascal. Che «provocherà tagli dei servizi pubblici, privatizzazioni e passi indietro in quanto a progressi fondamentali nell’ambito dei diritti». Le stesse accuse mosse in Italia al governo di centrodestra. A conferma, ma non ce n’era bisogno, che la sinistra è ovunque la stessa minestra riscaldata.

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