Sicurezza, il piano di Piantedosi piace anche ai sindaci: più agenti e video-sorveglianza. E apre al riconoscimento facciale

1 Mag 2023 13:20 - di Lorenza Mariani
Piantedosi

Sicurezza, Piantedosi traccia la rotta. Dopo la recrudescenza della violenze nelle stazioni, specie in quella di Milano, il ministro dell’Interno lancia un piano che segue due coordinate operative principali: più uomini di polizia negli scali ferroviari e un incremento potente dei sistemi di video-sorveglianza che possa, declinato al diritto alla privacy, arrivare anche ad un ok al sistema del riconoscimento facciale. Una strategia che il titolare del Viminale dovrà concordare col Garante ma che già mette d’accordo tutti i sindaci.

Sicurezza, la strategia di Piantedosi: più agenti e video-sorveglianza nelle stazioni

Così, il numero uno di Via De Pretis , in un’intervista a QN, spiega: «La video-sorveglianza è uno strumento fondamentale. La sua progressiva estensione è obiettivo condiviso con tutti i sindaci. Il riconoscimento facciale dà ulteriori e significative possibilità di prevenzione e di indagine. È chiaro che il diritto alla sicurezza va bilanciato con il diritto alla privacy. C’è un punto di equilibrio che si può, e si deve trovare. Proprio in questi giorni abbiamo avviato specifiche interlocuzioni con il Garante per trovare una soluzione condivisa».

Il ministro studia col Garante della privacy l’ok al riconoscimento facciale

Non solo. Parlando degli interventi nelle tre grandi città metropolitane, Roma, Milano e Napoli, aggiunge anche: «Abbiamo da tempo disposto frequenti operazioni ad alto impatto nelle stazioni. I positivi riscontri, non risolutivi del problema, mi hanno poi indotto a concordare con i sindaci una direttiva per allargare i controlli nelle aree limitrofe e inserire stabilmente questo rafforzato dispositivo di sicurezza nei piani di controllo coordinato del territorio». Inoltre, sottolinea Piantedosi, «vogliamo continuare ad aumentare la presenza delle forze di polizia nei luoghi ad alta frequentazione. Soprattutto le stazioni. Ma anche ospedali e aree commerciali. Perché questo ha un impatto positivo sul piano della prevenzione e della dissuasione».

«Il riconoscimento facciale dà ulteriori possibilità di prevenzione e di indagine»

Piantedosi, dunque, pur riconoscendo che «la situazione sta migliorando», aggiunge contestualmente che «certamente non basta». Allora, il ministro dell’Interno spiega che l’intenzione è di allargare il piano a diverse aree metropolitane. «La strategia, l’impegno e gli obiettivi – dice – sono gli stessi rispetto alle tre città più grandi: più divise tra la gente, nei luoghi dove ce ne è più bisogno, per garantire più sicurezza». Mentre, sul fatto che i responsabili dei reati vengono arrestati ma poi spesso tornano a fare quello che facevano prima, Piantedosi spiega: «Grazie alla professionalità delle forze di polizia, i responsabili dei singoli reati sono sempre più spesso individuati e assicurati alla giustizia. Poi è la legge a fare il proprio corso. Non credo che il carcere possa essere sempre l’unica soluzione».

Il punto sul problema immigrazione e criminalità

«Per questo motivo – sottolinea il ministro – vanno potenziati anche altri strumenti di natura amministrativa. Ad esempio, per quanto riguarda la componente di crimini commessi da cittadini stranieri. Nello specifico – prosegue Piantedosi –, a Milano dall’inizio del 2023 gli omicidi volontari sono stati 11 contro i 13 dello stesso periodo del 2022. Mentre le violenze sessuali sono state 87 rispetto alle 116 dell’anno scorso. Ecco perché da tempo si parla della opportunità di incrementare i rimpatri e le espulsioni, necessariamente potenziando i Cpr».

Piantedosi su Milano: «La situazione sta migliorando ma certamente non basta»

A Milano, conclude Piantedosi, «la situazione sta migliorando ma certamente non basta. Come dimostra lo stupro avvenuto nell’ascensore: un fatto gravissimo e sconvolgente». Una vicenda drammatica a partire dalla quale il ministro dell’Interno spiega perché, per risolvere i problemi legati alla sicurezza, «il lavoro delle forze di polizia è fondamentale, ma non basta. Occorre agire per combattere il degrado e la crescente emarginazione sociale che finiscono per alimentare fenomeni criminali e insicurezza. Problemi di sicurezza, di disagio e marginalità sociali – incalza il ministro – sono strettamente legati. Per questo è importante l’interlocuzione e la leale collaborazione con i sindaci che non vanno lasciati soli. Per questo stiamo orientando anche la destinazione di importanti risorse».

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