Saviano a Reggio Emilia per la cittadinanza onoraria. Eboli (FdI): “Fummo noi a fargliela avere. Non la strumentalizzi”

8 Mag 2023 11:13 - di Annamaria Gravino
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C’è un certo fermento a Reggio Emilia in vista dell’arrivo in città di Roberto Saviano, per ritirare domani, martedì 9 maggio, la cittadinanza onoraria. Del resto, si tratta di un appuntamento atteso per ben 15 anni, il tempo trascorso da quando l’onorificenza gli fu assegnata, senza che mai si riuscisse a conferirgliela di persona. Sul perché e per come questo non sia stato possibile si possono fare sostanzialmente solo ipotesi, perché la spiegazione ufficiale sui motivi di sicurezza fa un po’ acqua. Marco Eboli, coordinatore cittadino di FdI, però ha una teoria abbastanza netta: «Non glien’è mai importato nulla». Fu proprio Eboli, allora capogruppo di An in Comune, nel 2008, a proporre il riconoscimento. Una circostanza che oggi può apparire sorprendente, ma non all’epoca quando Saviano era ancora “solo” lo scrittore di Gomorra, dunque un’icona della lotta alla criminalità organizzata, non un’icona della sinistra.

Eboli, visto il ruolo assunto da Saviano a sinistra, col senno del poi si è pentito?

Col senno del poi, con i “se” e con i “ma” non si fa la storia. All’epoca quella fu una decisione presa in virtù del fatto che Gomorra aveva riproposto con forza all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della criminalità organizzata, che riguarda anche Reggio Emilia dove esiste una penetrazione della ‘ndrangheta. Certo, se avessi saputo come sarebbe andata, non avrei pensato a lui, ma il punto di quella scelta era riaffermare l’impegno della destra contro tutte le mafie.

Lei dovette faticare un po’ per convincere la maggioranza a guida Pd ad appoggiare la mozione, che poi fu votata all’unanimità. Saviano all’epoca non piaceva alla sinistra reggiana?

Non credo che il punto fosse quello. Il punto era che a sinistra hanno sempre questa voglia di dimostrare che l’antimafia è “cosa loro”. Non volevano che quell’iniziativa fosse intestata alla destra.

Perché Saviano in 15 anni non è mai venuto a ritirare la cittadinanza?

Questo bisognerebbe chiederlo a lui. Ufficialmente ha posto problemi di sicurezza sua e di chi sarebbe stato presente. Lo fece nel 2011, quando venne in città per presentare un libro in una libreria a due passi dal Comune e affollatissima, e lo ha fatto questo novembre, quando ha annullato l’appuntamento dicendo che sentiva troppo odio intorno a sé dopo essere finito a processo per diffamazione di Meloni e Salvini.

Lei non sembra convinto di questa spiegazione…

Quindici anni sono tanti, le occasioni possono essere innumerevoli e si possono costruire. Io penso che, semplicemente, non gliene importasse nulla.

Ora però viene

Ha un libro da presentare… Poi vediamo con quale spirito si presenta. Io temo che questa occasione possa trasformarsi nell’ennesimo processo in contumacia al governo e alla destra. Ma fummo noi a volerlo cittadino onorario, con una mozione che parlava dell’impegno antimafia, non di altro. Quindi auspico che non ci siano strumentalizzazioni, che non ci sia la tentazione di farsi passare e farlo passare per vittima.

Che clima avverte in città? Pensa che il suo auspicio possa concretizzarsi?

Le premesse non sono confortanti: in questi giorni il sindaco Vecchi, che all’epoca della mozione era capogruppo Pd, ha genericamente ricordato che il riconoscimento è stato conferito in passato, senza entrare nel merito. Io auspico che dopo le dimenticanze non arrivino anche le mistificazioni, facendone un’occasione “resistenziale”. Vedremo. Noi vorremmo che si ribadisse l’impegno della città contro la criminalità organizzata, quello ero il nostro intento e questo è ciò che ci interessa. Questo, soprattutto, è ciò che c’è scritto nella mozione, l’impegno assunto da Reggio Emilia, città del Tricolore, con l’onorificenza a Saviano. Spero che non venga tradito.

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