Rettore si racconta: mio padre rifiutò di prendere parte alle vendette partigiane dopo la fine della guerra
4 Mag 2023 8:27 - di Francesco Severini
Donatella Rettore si racconta su Repubblica. Parla della madre Teresita, attrice, e del padre Sergio, che fu lambito dagli orrori della guerra civile dopo il 25 aprile 1945. Così Rettore ricorda la sua storia: «In Jugoslavia fu catturato dai tedeschi e spedito in campo di prigionia. Alla liberazione tornò in Italia a piedi, e si ritrovò a passare per Mauthausen, scoprendo di colpo l’orrore dei lager. Riapparve in paese dopo mesi e non fu riconosciuto: era uno e 80 e pesava 30 chili. I partigiani gli diedero un elenco di ex fascisti su cui potersi vendicare. Lui rispose che voleva solo vivere e lasciar vivere. Ma sa, la nostra famiglia è stata segnata dalla morte. Io, ultima di quattro figli, sono l’unica sopravvissuta al parto».
Il padre e le vendette partigiane
Una testimonianza molto interessante che ci riporta al clima da “sangue chiama sangue” – titolo di un libro sconvolgente di Giorgio Pisanò sul comportamento di alcune bande partigiane – che macchiò l’Italia dopo la Liberazione. Mesi in cui si perpetrarono atroci vendette non solo sui fascisti e sui loro familiari ma anche su persone estranee al regime caduto ma invise ai partigiani, che appunto preparavano liste di personaggi da sacrificare.
L’incontro con Lucio Dalla
Rettore racconta poi della sua vita artistica, e dell’incontro con Lucio Dalla. «Bravissimo, e con un grande insegnamento: le canzoni semplici non vanno disprezzate perché sanno arrivare a tutti. Ma faceva davvero impressione per quant’era peloso e un giorno glielo dissi: “Sotto le ascelle hai un toupet”. Mi regalò un bastone da pastore. Si ruppe d’improvviso un mese prima della sua morte».
La canzone “Splendido Splendente”
L’idea di “Splendido splendente” le venne «leggendo che anche Marilyn Monroe si era fatta rifare il mento. E infatti è una presa in giro della mania dei ritocchini. Io non ne ho mai fatti. Ero stata tentata, proprio al mento, ma non sarei più stata io. Ma parlavo anche di identità non binaria, “uomo o donna senza età, senza sesso crescerà”. Già allora ero a favore di tutti gli interventi per modificare l’immagine che si ha di sé, non per compiacere gli altri. Ed ero a favore delle battaglie per i diritti sociali, da Donatella ero già passata a Rettore, ero androgina».
La collaborazione con Elton John
E infine la collaborazione con Elton John. «Nel disco Estasi clamorosa, quello di Diva e Donatella, c’era Remember, scritta da lui. Volai a Londra per un mese, ci restai quattro anni. Ogni mattina dal panettiere incrociavo David Bowie, elegante come un lord, che si levava il cappello, ovviamente non sapendo chi fossi. Il fascino di Elton non era il fisico, ma la voce sublime e l’incanto al pianoforte. Mi feci amica sua madre Sheila, eccentrica al punto di rubarmi una pelliccia fucsia e uscirci per strada coi sandali».