Rapine con la tecnica del “filo inverso”: 6 arresti. Ecco come intrappolavano le vittime
Maschere in silicone per dare un aspetto diverso. E soprattutto una strategia per intrappolare le vittime. Commettevano rapine con la tecnica del “filo inverso”. Sono 6 le persone arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip di Napoli Nord. I destinatari dell’ordinanza sono indagati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate dall’uso di armi.
Ecco che cos’è la tecnica del “filo inverso”
La tecnica del “filo inverso” consiste nell’individuazione preliminare di imprenditori, commercianti o agenti di commercio che sono soliti versare denaro contante presso istituti di credito o che trasportano preziosi. La fase successiva, svolta dal cosiddetto “filatore”, consiste nello studio preventivo e quotidiano delle abitudini della potenziale vittima per individuare il giorno in cui viene abitualmente versato il denaro. Infine, la fase esecutiva che consiste nell’aggredire la vittima con azioni repentine e con l’uso di armi da fuoco, prima che depositi il denaro o consegni i preziosi.
La rapina ai danni di un agente di commercio
Le indagini hanno permesso di individuare gli autori di due rapine compiute con questa modalità. La prima è avvenuta a Casoria (Napoli) il 13 aprile scorso ai danni di un agente di commercio. Trasportava gioielli e preziosi di valore. È stato pedinato da Frattamaggiore a Casoria dove l’hanno costretto con un’azione fulminea a consegnare quello che sarebbe stato il loro “bottino”. Sotto la minaccia di una pistola puntata al petto, hanno preso lo zaino con all’interno preziosi per un valore complessivo di 1.500 euro.
Costretto a consegnare uno zaino
La seconda rapina è avvenuta sempre a Casoria il 26 aprile. La vittima, un imprenditore in procinto di versare l’incasso delle proprie attività in banca. Era un’ingente somma di denaro, Anche in questo caso la vittima è stata costretta a consegnare uno zaino, contenente quasi 11mila euro, sotto la minaccia di una pistola puntata alla testa.