Mughini: “Meloni primadonna, Schlein banale. E basta col vittimismo del Pd in Rai”
Lottizzazione in Rai? E basta con questo vittimismo. Lagna e soltanto lagna. “Anche il Pd ha occupato la tv”. A sentire le lagnanze di Fazio, Littizzetto, Annunziata, Saviano, sinistra politica e intellettuale, Giampiero Mughini si spazientisce. Lo scrittore, saggista e bibliofilo non vuol sentire parlare di “vittime”, così come vengono definiti dalla stampa mainstream coloro che autonomamente hanno deciso di lasciare mamma Rai. “Dio santo, le vittime sono quelle che muoiono sotto le bombe in Ucraina. Uno non può passare per vittima se da un lavoro passa a farne un altro. Non ci sono vittime: può darsi che nell’avvicendamento ci saranno perdite di qualità. Di professionisti quali Fazio e la Annunziata non ce ne sono caterve». Con altrettanta onestà intellettuale, Mughini aggiunge, intervistata su la Verità:
Mughini: nel Pd vittimismo sulla Rai: “Ha ottenuto un bel po’ di posti”
«Un filo di vittimismo esiste, quando sulla stampa c’è un eccesso di rilievo su fatti del tutto naturali. I lavori nascono e muoiono- argomenta lo scrittore- . Ognuno che va via dalla Rai, lo fa indossando l’atteggiamento del martire. E questo è sottilmente evidenziato da Mughini: ‹Fabio Fazio non va certo a recludersi in qualche scantinato: sbarca su un canale privato per continuare a fare la bella tv che sa fare». E poi che Lucia Annunziata si sia definita “prigioniero politico”, suvvia…, siamo seri: “Mi pare eccessivo. Non c’è dubbio che lei, alla guida di una rubrica personale molto orientata com’è la sua, si troverebbe in difficoltà con un apparato filo-governativo che volge in tutt’altra direzione». E a Federico Novella che gli fa notare che il segretario del Pd Elly Schlein parla di «occupazione» delle destre… replica ironico ma non troppo: «Mi pare che il Pd abbia ottenuto un bel po’ di posti. E loro che cosa avevano fatto, non avevano “occupato” quando era il loro turno?».
Mughini: “La lottizzazione in Rai va avanti da mezzo secolo”
E poi, parliamoci chiaro, invita tutti a una buona dose di onestà intellettuale: «Non esiste una lottizzazione buona e una cattiva. È una pratica che va avanti da mezzo secolo, in ogni dove della Rai. Perché, la Rai 3 dell’ottimo Angelo Guglielmi non era un caso di lottizzazione, dove premiavano quelli che gli andavano a genio? Una volta che mi trovò ospite in un programma, Guglielmi si rivolse così a quelli che ne erano gli autori: “Perché avete invitato quel cretino di Mughini?”».
“La destra ha avuto meno possibilità di espressione in questo mezzo secolo”
Piuttosto, quando si parla di destra e sinistra culturale, Mughini fa notare che «la destra in Italia ha avuto meno possibilità di espressione in questo ultimo mezzo secolo. Perché su di loro pendeva la condanna per quanto era accaduto nella guerra civile del 1922 e del 1945. Oggi è grottesco usare la partizione fascismo/antifascismo come se fossimo ai tempi dell’assassinio di Giacomo Matteotti o dei fratelli Rosselli. Fatti che hanno più nulla a che vedere con quanto succede in una società postindustriale a democrazia complessa. Oggi accadono tutt’altre cose, non per niente siamo entrati nel terzo millennio».
“La contestazione alla Roccella a Torino per me è monnezza”
Un giudizio che lo scrittore formula ogni qualvolta si trovi in tv nei talk-show politici. Così come molto chiaramente ha stigmatizzato negativamente quanto accaduto al ministro Roccella zittita al Salone del Libro di Torino. «Quella era una questione di buon senso, di civiltà e di lealtà intellettuale. Eugenia Roccella, figlia di uno dei fondatori del partito radicale di cui ero buon amico, scrive un libro sulla storia della sua famiglia, Ed ecco che un gruzzolo di invasate si mette a ululare che lei al Salone del Libro di Torino non ci doveva stare. Questa per me è monnezza».
“Saviano? Uscita infelice…”
A sinistra la chiamano “contestazione”. «La chiami contestazione il non far parlare una che sta presentando un suo libro? A giudicare dalle loro espressioni e dalle loro parole, non era dissenso bensì odio. E l’odio è una brutta bestia». Quanto alla segretaria dem che ha giustificato quella protesta dicendo che il governo è insofferente alla protesta, Mughini risponde da signore qual è, per non infierire: «Non vorrei commentare quelle sue parole. Non ci tengo a dir male di chi non è presente». Così come preferisce non replicare a un Roberto Saviano che ha azzardato affermare che la presenza della Roccella al Salone del Libro è stata una provocazione. «È una tale scemenza da non meritare alcuna replica. Auguro a Saviano ogni bene, ma questa sua uscita è a dir poco infelice».
“Di primadonna per ora c’è solo Meloni. Schlein? Banale…”
Il discorso vira poi sul confronto le due primedonne della politica, Meloni e Schlein. E qui Mughini precisa: «Il termine primadonna per adesso si attaglia soltanto alla Meloni, che mi sono trovato innanzi per la prima volta non ricordo più se quindici o vent’anni fa. E già allora era in gambissima. Ho amici di sinistra che hanno votato per lei”. Ma della Schlein politica, per adesso, per ora può dire ben poco: è un enigma, una Sfinge: “Non dire nulla se non augurare anche a lei ogni bene. A giudicare da quel poco che dice e da quel tanto che non dice, è ai miei occhi indecifrabile. O peggio, banale».