L’Istat: il Pil cresce ancora, l’inflazione frena. Visco: “Economia italiana meglio delle attese”

31 Mag 2023 12:31 - di Luciana Delli Colli
pil

Il Pil cresce, l’inflazione frena. È quanto emerge dai dati Istat, che sul Pil ora sono definitivi e rivedono al rialzo la stima preliminare di fine aprile. Allora, infatti, l’Istituto di statistica aveva valutato la crescita dell’economia italiana rispetto al trimestre precedente allo 0,5%, ora la attesta allo 0,6%. La crescita si registra anche su base annua e passa da +1,8% a +1,9%. Per quanto riguarda l’inflazione, poi, l’Istat registra che a maggio torna a rallentare, attestandosi su base annua sul 7,6% a fronte dell’8,2% di aprile.

Nei dati Istat definitivi nuovo rialzo per la crescita: il Pil si attesta a +0,6%

Nello specifico, per quanto riguarda il Pil l’Istat rivela che rispetto al trimestre precedente tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con una crescita dello 0,7% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono diminuite dell’1% e dell’1,4%. Alla crescita del Pil superiore alle previsioni ha dato un contributo positivo la domanda nazionale al netto delle scorte (+0,7 punti percentuali): +0,3 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private, +0,2 gli investimenti fissi lordi e +0,2 la spesa delle Amministrazioni pubbliche. Per contro, sia la variazione delle scorte, sia la domanda estera netta hanno contribuito negativamente alla variazione del Pil, entrambe per -0,1 punti percentuali.

“Nel primo trimestre 2023 si conferma la ripresa economica italiana”

L’Istat registra poi andamenti congiunturali positivi del valore aggiunto nell’industria e nei servizi, cresciuti dello 0,2% e dello 0,8%, e una stazionarietà nell’agricoltura. Dunque, commenta l’Istituto, si “conferma la ripresa dell’economia italiana nel primo trimestre del 2023 dopo la battuta d’arresto di fine 2022”.

L’inflazione frena: a maggio scende al 7,6%, tornando ai livello di marzo

Per quanto riguarda l’inflazione, secondo le stime preliminari, a maggio, secondo le stime preliminari, l’inflazione riprende a scendere, tornando, dopo la risalita registrata ad aprile, al livello di marzo 2023 (+7,6%). L’Istat sottolinea che “il rallentamento appare ancora fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in calo su base congiunturale”. Nel settore alimentare, i prezzi dei prodotti lavorati mostrano un’attenuazione della loro crescita su base annua, che contribuisce alla decelerazione dell’inflazione di fondo (scesa a +6,1%). Prosegue, infine, la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”, che a maggio scende a +11,3% dal +11,6% precedente. Ugualmente scendono anche i Prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che passano da +7,9% a +7,1%.

Visco: “Le previsioni per il 2023 convergono su un aumento del Pil all’1%”

“Nel primo trimestre di quest’anno la crescita dell’economia ha di nuovo superato le attese. Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’1%”, ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso delle sue Considerazioni finali, aggiungendo che “la rinnovata vitalità del sistema economico si è manifestata nella robusta espansione delle esportazioni e nella forte ripresa dell’accumulazione di capitale”. Dunque, “l’Italia superato la gravissima crisi della pandemia, così come lo shock energetico seguito all’aggressione russa all’Ucraina, meglio di quanto ci attendevamo”. Il governatore di Bankitalia ha quindi parlato di “una confortante capacità di reazione” da parte dell’economia italiana.

L’impatto della Bce sull’inflazione

Quanto all’inflazione Visco ha detto che “il rischio che  resti troppo a lungo superiore all’obiettivo si è decisamente ridimensionato rispetto al picco della metà del 2022”. Ma ha anche avvertito che la richiesta e le condizioni dei prestiti a imprese e famiglie registrano un irrigidimento a seguito della politica della Bce: “Sebbene questi andamenti siano una conseguenza necessaria della normalizzazione monetaria, occorre prestare attenzione a che l’intensità della sua trasmissione non dia luogo a una frenata eccessiva dei consumi e degli investimenti”. Dunque, per l’Eurotower è necessario ricercare un equilibrio tra il rischio di una restrizione insufficiente, che potrebbe portare a un radicamento della dinamica inflazionistica nelle aspettative e nei processi di determinazione dei redditi nominali, e quello di un inasprimento sproporzionato, che potrebbe ripercuotersi troppo intensamente sull’attività economica, e avere riflessi negativi sulla stabilità finanziaria e, in ultima analisi, sulla stessa stabilità dei prezzi nel medio termine”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *