La Meloni rompe un altro tabù: al lavoro per aiutare i lavoratori. E la sinistra va in tilt

1 Mag 2023 18:52 - di Carmelo Briguglio

Mentre il Consiglio dei ministri vara il Decreto-Lavoro, in piazza Colonna si riunisce una insolita folla a godersi lo spettacolo del via vai dal portone di Palazzo Chigi e dei tanti media che lo cingono d’assedio. Un giovane redattore dell’Ansa, armato di telecamerina intervista gli “spettatori”, pescando qua e là. Alla domanda se è stato giusto riunire il governo in coincidenza col Primo Maggio, la risposta è quasi sempre la stessa: sì. Anche un gruppo di turisti francesi parlotta e si gode lo spettacolo.

La sensibilità sociale della cultura di destra

E a me viene in mente, lui: “Mia madre zoppicava strasciconi…Ta! ga! dac! Ta! ga! dac! Mi proponeva a questa o a quell’altro famiglia, ai piccoli cottimisti a domicilio, rannicchiati dietro i veti dei loro stambugi… Mi proponeva con molta delicatezza…Come un arnese in più… Un piccolo lavorante molto comodo… non esigente… pieno d’accortezza, di zelo, d’energia…’Mica avete bisogno, alle volte, d’un piccolo commesso giovane giovane…’. E‘ Louis-Ferdinand Cèline, in “Morte a credito”, romanzo autobiografico, scritto nel 1936. Lo so che è scrittore “di destra”. Appunto: ma il brano è di una sensibilità e “délicatesse” sociale, che mi commuove da sempre, non so voi. Peraltro, non è autore tra i preferiti da Saviano, dice lui ? E la mitica Rossana Rossanda, ricordando se stessa giovane, non ha scritto: “A quel tempo avevamo letto tutti ‘Viaggio al termine della notte’ di Celine’”? Dinanzi all’ennesima polemica contro la premier, che ha osato convocare il Consiglio dei ministri il Primo Maggio, meglio scoprire i fondali su cui si posano le critiche: la destra non può essere “sociale”.

Il premier rompe il tabù e Landini perde la testa

Non deve. O meglio: non deve azzardarsi a entrare nel loro mondo di simboli e consensi. E, invece, la premier lo fa. Fronteggiando il tabù e rompendo gli argini che, nella visione progressista, dovrebbero limitare una forza politica “conservative”.
Le dichiarazioni di Maurizio Landini, leader della Cgil, sono in proposito davvero lunari, di chi perde la testa: “un atto di arroganza e offensivo” per lui riunire il Cdm, in coincidenza con la Festa; che, accostate a un intervento vantaggioso per i lavoratori, assumono un che di comico; le rendono tali soprattutto le parole del capo della dialogante Cisl, Sbarra:”Se fate cose buone per le persone, convocateci anche a Natale, a Pasqua e a Ferragosto”. La premier è, invece, diabolicamente angelica: “Se Landini pensa davvero sia diseducativo lavorare il Primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno”. Se l’è cercata proprio.

Repubblica teme l’egemonia sociale della destra

Ma sono i giornali vicini all’opposizione a tradire il retropensiero “culturale”, “Repubblica” in testa: “Meloni sfida il Primo Maggio”; il fondo di Ezio Mauro “La battaglia per l’egemonia sociale”, poi, rivela la vera la questione: “Giorgia Meloni, con la convocazione del Consiglio dei ministri, tenta di demitizzare la Festa dei lavoratori, desacralizzandola, e contrapponendo al sindacato che manifesta il governo che lavora”. E – sostiene Mauro – “dopo la battaglia per l’egemonia culturale, creando un pensiero di destra, la sfida finale ai sindacati per l’egemonia sociale, e la conquista del mondo del lavoro”. E‘ vietato? E’ la politica, mio caro direttore emerito. La democrazia, no?
A me, leggendoli, sovviene Stefano Benni, che dieci anni fa diceva proprio al quotidiano di Molinari: “Non bisogna dire cose di sinistra, bisogna farle. Sembra un passaggio facile, ma succede poco, quindi è qui la differenza”. Lo pensava lui che al Manifesto, confessava, essere stato “ il compagno che leggeva Pound e Céline, dunque visto con grandissimo sospetto”. È già ancora, autori sacri della cultura di destra, che inneggiano al lavoro, cavolo!

Cuneo tagliato: meno tasse e più soldi ai lavoratori medio-bassi

Scendendo un po’ più sul terreno, la verità ? Per molti anni, troppi, la sinistra ha considerato le feste della Nazione – le definisco così, per incrementare di qualche punto il tasso di irragionevole rabbia – come una roba “loro” e basta; in una versione divisiva: esattamente come il 25 aprile.
E ancora. Il capo del governo ha convocato i sindacati il giorno prima. Ma li ha convocati, dico. Per un confronto. Veloce, certo. Ma sufficiente. E lo ha fatto: non è questo l’importante ? D’accordo, andiamo pure ai provvedimenti. Mi limito solo al cuneo. Cosa ha deciso il governo nel dì di festa? Mica poco. Quattro punti in più di taglio del cuneo fiscale e contributivo che si aggiungono ai tre già deliberato dal governo Meloni con la manovra 2023 varata a gennaio, per i redditi fino a 25 mila euro: per un totale di sette punti. E di tre punti, per un totale di sei, per quelli della fascia di reddito con tetto a 35 mila euro. Cioè, viene alleggerita la tassazione sul lavoro, a carico dei dipendenti. Chi ci guadagna ? I lavoratori con redditi medio-bassi. Quanto avranno in più? Secondo la simulazione pubblicata dal Sole 24 Ore, elaborata per suo conto dallo studio De Fusco Labour & Legal, dagli 80 ai 100 euro, all’incirca. Ho capito: volete il paragone col governo precedente a partecipazione Pd e sinistra ? E vabbè: il governo Draghi ha ridotto del 2% il cuneo (da poco più di 12 a 32 euro mensili); il governo Meloni di 6-7% (da quasi 45 a 100 euro in più). Chiaro ? E allora, che vogliono? Si può fare di più. Certo.

Non è il governo dei padroni delle ferriere: a sinistra idea vecchia della destra

Come sempre. Intanto il “di più” lo fa il governo Meloni. E lo fa nella giornata della Festa dei lavoratori. Che c’è di male ? Nulla. Che c’è di bene ? Tutto. Non condivide solo la sinistra vestita di Partito del Benaltro. Vivo, forte, aggressivo. Nel gioco dei ruoli, Pd, M5S, Cgil devono dire no. Sempre e comunque. E anzi fare gli indignati, perché Giorgia fa la “destra sociale”: gli entra in casa. Gli ruba la scena, il mestiere. Gli guasta la festa. Ecco il punto politico. Ma può ancora ragionare in con categorie novecentesche ? Una presidente del Consiglio di destra, cos’è, il capo del governo dei padroni delle ferriere ? La pensano ancora così ? Può Elly Schlein pensare di fare l’anti-Giorgia con questa idea oleografica della premier?

Un video sobrio che buca: nessun balcone

Che credono a sinistra, non sia concepibile una “socialità” a destra; un che di laburismo e nazionalpopolare. Da che parte stavano Lincoln, Bismarck, cito a casaccio. E perché la destra italiana fin dalle sue origini ebbe un sindacato “parallelo”, ma autonomo che si chiamava Cisnal con milioni di iscritti, più della Uil ? Che cultura politica scorre nel sangue della destra parlamentare ? Se il mondo “gauchiste” non cambia l’idea stessa della sponda opposta, temo per lei si esaurirà in un’opposizione lontana dalla gente. Anche da quella che lo vota. O lo votava. Il che è esattamente il suo attuale problema. “Buon Primo Maggio a tutti e adesso al lavoro”, ha augurato in un video dal Palazzo la presidente del Consiglio. A decreto approvato. Sobrio e a bassa voce. Solo un sorriso caminante. Che buca. É “il taglio delle tasse più importante degli ultimi decenni”, dice orgogliosa. Ma nessun balcone. Fa parte di un’altra “aesthetica”.
Peccato. Per loro.

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