Houellebecq, dalle polemiche sull’Islam al film porno: tutta la verità nel suo nuovo libro

25 Mag 2023 11:24 - di Fabio Marinangeli
Houellebecq

Le accuse di razzismo e l’islamofobia, le minacce, gli inganni e le battaglie legali, il rapporto con il cinema e la pornografia: c’è tutto questo nel nuovo libro dello scrittore francese Michel Houellebecq, 67 anni. “Quelques mois dans ma vie” (“Qualche mese della mia vita”) esce in contemporanea in Francia e in Italia, rispettivamente per Flammarion e per La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi, con la traduzione di Milena Zemira Ciccimarra (pagine 112, 15 euro).

Houellebecq e quel periodo “terribile”

Il volume ripercorre il periodo che va dall’ottobre 2022 al marzo 2023, sei mesi durante i quali il più venduto scrittore francese vivente è stato coinvolto in numerose controversie, dalle polemiche sull’Islam all’avventura in un film pornografico. «Per la prima volta nella mia vita, mi sono sentito come il soggetto di un documentario sugli animali», riassume l’autore di “Le particelle elementari” nella quarta di copertina del nuovo libro.

La denuncia sulla questione islamica

Houellebecq fa risalire la sua discesa agli inferi alla fine del 2022, quando la Grande Moschea di Parigi aveva annunciato la presentazione di una denuncia contro di lui per incitamento all’odio contro i musulmani. L’istituzione religiosa gli aveva rimproverato le sue affermazioni in un’intervista rilasciata alla rivista “Front Populaire” insieme al filosofo Michel Onfray. Dopo un incontro con lo scrittore, l’imam della Grande Moschea di Parigi aveva infine ritirato la denuncia e Houllebecq si era impegnato a sostituire i contestati passaggi con “paragrafi che spieghino meglio le sue osservazioni”.

Il cosiddetto cortometraggio pornografico

Nel 2022 lo scrittore è stato coinvolto in un altro caso giudiziario: lo scrittore El Hadji Diagola lo ha accusato di plagio nel romanzo “Sottomissione” (2015): poiché le prove sono state ritenute insufficienti in prima istanza, il querelante ha presentato appello. Infine è stato spesso nelle ultime settimane al centro delle cronache per motivi extra letterari, ovvero per la sua partecipazione al cosiddetto cortometraggio pornografico “Kirac 27” del regista olandese Stefan Ruitenbeek; lo scrittore ha chiesto di vietarlo dopo la pubblicazione del trailer. Houellebecq e sua moglie «hanno scoperto con sgomento e disgusto» che il teaser conteneva «affermazioni gravi e false che li coinvolgevano, minando violentemente la loro dignità», hanno detto i loro avvocati Angélique Bérès e Maïa Kantor.

Houellebecq: la sessualità la più grande gioia

«Avevo del resto smesso di credere in ogni forma di credo, vale a dire nelle idee politiche, filosofiche o religiose attorno alle quali gli uomini fingono di raccogliersi. Credevo ancora nell’amore», scrive Houellebecq in un passaggio del libro. «Non si può dire che la lettura e la scrittura facciano veramente parte della vita, le offrono piuttosto un’alternativa – scrive sempre Houellebecq – La sessualità era stata la gioia più grande della mia vita e, in maniera sorprendente, la più duratura in fin dei conti. Non ero mai davvero riuscito a tenerne traccia, per le ragioni che ho detto. Non avevo intenzione di rendere pubblica quella traccia, se non forse a titolo postumo, nel caso in cui fossi riuscito a catturare un momento che racchiudeva un fascino particolare, e a condizione che la donna con cui avevo condiviso quel momento vi fosse anch’essa sensibile. Era atroce per me pensare che l’unica traccia che sarebbe rimasta della mia vita sessuale, la parte più vivace della mia vita, sarebbe stata un coito mediocre. Mi meritavo di meglio; chiunque si merita di meglio».

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