Femminicidio a Savona: Daniela, 28 anni, uccisa con un colpo di pistola al volto. Fermato un guineano

6 Mag 2023 19:04 - di Vittorio Giovenale
Daniela, femminicidio Savona

Gli inquirenti che stanno indagando sul femminicidio di una ragazza di 28 anni, avvenuto venerdì notte a Savona, in piazza delle Nazioni, hanno ricostruito che un ultimo incontro per un chiarimento con l’ex è stato fatale.

«Ho ucciso una donna, venite a prendermi». Così Sefayou Sow, 27 anni, cittadino della Guinea nella telefonata alla polizia dove annunciava di avere ucciso Daniela Neza, 28 anni, freddandola con un colpo di pistola al volto.

La vittima, di origini albanesi, aveva messo fine alla relazione

La vittima, di origini albanesi, aveva avuto una relazione con il 27enne cittadino della Guinea, entrambi impegnati nella ristorazione nella zona della Darsena a Savona. Non risultano precedenti di denunce per violenza. Nel tentativo di appianare una serie di contrasti, i due si erano dati appuntamento ieri notte, ma intorno alle due il chiarimento è diventato una discussione e l’uomo ha estratto una pistola sparando alla testa della ragazza, non lasciandole scampo. È stato lui stesso a chiamare le forze dell’ordine e sul posto sono intervenuti anche il 118 e la squadra mobile della polizia che ha fermato l’aggressore, il quale ha ammesso di aver compiuto il gesto davanti al pm Traversa che lo ha interrogato nella notte. L’arma utilizzata è una calibro 22 con matricola abrasa sulla cui provenienza sono in corso accertamenti. Nelle prossime ore verrà affidato l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo della ragazza.

Femminicidio di Savona: il guineano incensurato aveva una pistola con matricola abrasa

«Figlia mia che la tua anima sia in paradiso Essendo in Italia non sappiamo quanto tempo ci vorrà e di conseguenza non possiamo darvi una data funebre», ha scritto in queste ore il padre della ragazza, in uno straziante post su Facebook.

Come ricostruisce il Secolo XIX,  la versione del 28enne guineano è che «avrebbe perso la testa dopo che lei lo aveva insultato: a quel punto non avrebbe capito più niente. Tuttavia, nella dinamica del femminicidio non convince gli investigatori di Savona il fatto che l’immigrato, munito di regolare permesso di soggiorno, con un lavoro come aiuto cuoco nonché incensurato, nascondesse nel bagagliaio della sua Opel una pistola con matricola abrasa. Oggi Sefayou Sow, verrà ancora interrogato e poi trasferito in carcere a Marassi».

 

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