Delmastro, la Procura chiede l’archiviazione ma il gip la respinge. Nuova udienza a luglio
La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento che vedeva indagato il sottosegretario Andrea Delmastro per presunta rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito. L’anarchico detenuto al 41 bis, per mesi in sciopero della fame contro il carcere duro. Che ha occupato per settimane il dibattito politico e alimentato la strumentalizzazione della sinistra (che è arrivata a chiedere le dimissioni del sottosegretario). “La richiesta di archiviazione riconosce l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo. Ed era fondata sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale”, afferma una nota della Procura dopo la richiesta dei pm coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi.
Delmastro, la Procura chiede l’archiviazione. Il gip fissa una nuova data
Il caso per l’esponente di Fratelli d’Italia, che proprio oggi ha rivelato la brutta esperienza dell’ischemia per stress e troppe pressioni politiche, non è ancora chiuso del tutto. Il gip di Roma non ha accolto la richiesta di archiviare il procedimento. E ha fissato per il mese di luglio una nuova udienza. Nella quale il giudice entrerà nel merito della vicenda, ascoltando le parti, per poi arrivare a una decisione.
L’iscrizione nel registro degli indagati dopo l’esposto di Bonelli
Delmastro, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati della procura capitolina come atto dovuto in seguito all’esposto presentato da Angelo Bonelli. In relazione al noto intervento in aula alla Camera di Giovanni Donzelli lo scorso 31 gennaio. Nel quale il deputato di Fratelli d’Italia aveva parlato (su informazioni avute da Delmastro) la della visita della delegazione dem all’anarchico e dei colloqui avuti dallo stesso Cospito con altri detenuti appartenenti a organizzazioni criminali. Tutti interessati all’abolizione del 41 bis.
Il dossier non era secretato, parola del ministro Nordio
Nel corso dell’interrogatorio dello scorso febbraio, circa due ore, Delmastro aveva chiarito ai pm di non aver rivelato nessun atto secretato. Argomento sul quale era intervenuto anche il ministro della Giustizia Nordio spiegando che quei documenti svelati dal sottosegretario non erano secretati. Sul caso era intervenuto, al momento della diffusione della notizia dell’indagine a carico del sottosegretario, questa sì coperta dal segreto e invece spifferata sui giornali, anche il sottosegretario Alfredo Mantovano. “L’iscrizione nel registro degli indagati non è una condanna, né tantomeno un’affermazione di responsabilità”. A neutralizzare il processo politico delle opposizioni che per giorni hanno cavalcato la battaglia per le dimissioni di Delmastro, in quanto indagato. “Andiamo avanti con la certezza che tutto sarà chiarito in tempi brevi per poi continuare con più slancio di prima la nostra lotta a schiena dritta e a volto scoperto alla criminalità organizzata”, la nota dei capigruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Lucio Malan.