Da Nizza il francese Vardon difende la “coraggiosa” Meloni: «Darmanin ha sbagliato tutto»
Non tutta la Francia guarda egoisticamente ai suoi confini, insegue il sogno mondialista, e duella con l’Italia pretendendo di dare lezioni a Roma in fatto di immigrazione. Lo dimostra il coraggioso intervento su Nice Matin, il nostro Messaggero, di Philippe Vardon. Nizzardo, figura di spicco del movimento identitario europeo, già esponente del Rassemblement national. Oggi è presidente del gruppo d’unione della destra e dei patrioti “Retrouver Nice” e consigliere regionale in Provenza, affiliato a Reconquête, il partito di Zemmour e Marion Maréchal.
L’analisi fuori dal coro di Philippe Vardon
L’articolo, dal titolo “Notre Frontierè, c’est la Mediterranée (Giorgia siamo tutti con te!), prende le mosse e le distanze dall’intemerata accusa al governo Meloni, “incapace” di gestire il dossier immigrazione, del ministro degli Interni francese, Gerard Darmanin. Che – scrive Vardon – detiene tutti i record negativi sull’immigrazione e non è nella condizioni di dare lezioni. Nell’articolo, rilanciato su Twitter, si sottolineano le contraddizioni e la miopia del ministro del governo Macron, che ha imbarazzato l’Eliseo e innescato una nuova crisi diplomatica con l’Italia. E si guarda con grande attenzione e aspettativa al governo italiano.
Darmanin non può dare lezioni sui migranti
“L’11 novembre 2022, mentre spalancava il porto di Tolone alla nave Ocean Viking dell’associazione Sos Méditerranée e ai suoi 235 migranti, Gérald Darmanin riteneva che l’Italia non avesse assolto al dovere dell’umanità” scrive Vardon. “Il 4 maggio, al contrario, accusa il governo di Giorgia Meloni di essere incapace di risolvere i problemi migratori. L’Italia sarebbe così sorprendentemente passata da disumana a lassista in pochi mesi?”.
La miopia del governo francese
Se la domanda è legittima e contiene già la risposta, il resto dell’analisi è una messa in stato d’accusa del governo francese e la difesa del nuovo passo del governo Meloni. Che guarda all’identità europea e alla sfida comune nel Mediterraneo. Quello di Vardon è forse l’unico intervento d’Oltralpe che affronti in prospettiva l’incidente diplomatico causato dal baldanzoso Darmanin. Una voce fuori dal coro unanime dei media francesi, che non resistono alla tentazione di dipingere il governo Meloni come un pericolo per la democrazia.
“L’Italia è in prima linea e non con la coraggiosa Meloni”
“Se l’Italia, per la sua posizione geografica, è in prima linea di fronte a un afflusso di migranti assolutamente senza precedenti, noi dobbiamo stare al fianco della coraggiosa Giorgia Meloni e del suo governo”, scrive Vardon. Di Darmanin sottolinea che, sotto il suo ministero, per la prima volta una Ong impose l’arrivo di migranti in Francia, a dispetto delle leggi francesi. “Di fronte alle navi appartenenti ad associazioni che in pratica fungono da staffette per trafficanti di esseri umani. e complici attivi nell’immigrazione clandestina, il governo italiano si sta adoperando per garantire il rispetto del diritto internazionale. Che non prevede l’esistenza di taxi per migranti. Ma che ad ogni soccorso “fortuito” la nave di soccorso si preoccupa di garantire l’incolumità dei passeggeri”.
La delinquenza giovanile proviene dai minori non accompagnati
I numeri sull’immigrazione in Francia la dicono lunga sulla politica inefficace del ministro degli Interni. “Non ci sono mai stati così tanti stranieri entrati nel nostro Paese E mai così tanti stranieri presenti nel nostro Paese. Nel 2022 lo stock di permessi di soggiorno raggiunge un livello senza precedenti di 3.704.613 permessi, ovvero il 47% in più rispetto al 2012. Nei primi tre Paesi interessati: Algeria, Marocco, Tunisia”. Non va meglio con l’immigrazione clandestina, più florida che sotto la presidenza Hollande. Un escalation di ingressi ben visibile dall’osservatorio privilegiato di Nizza. A questo si aggiunge un dato preoccupante, che né Macron né i politici ufficiali possono trascurare. Oltre la metà della delinquenza giovanile in crescita in Francia proviene dalla categoria dei cosiddetti “minori non accompagnati”.
Il nostro confine è nel Mediterraneo
Allora la sfida non è nazionale. E la piccola politica dei limes nazionali è destinata a schiantarsi di fronte a un fenomeno planetario. “Se dobbiamo ovviamente rafforzare i nostri controlli”, conclude Vardon, “chi può seriamente immaginare che risolveremo il problema a Mentone? Il nostro confine è nel Mediterraneo. E sia per scoraggiare le partenze sia per impedire gli arrivi, la risposta sarà nella cooperazione europea”. Quella che proprio il governo Meloni non smette di chiedere a Bruxelles. ” Accanto all’Italia, ma anche alla Polonia o all’Ungheria, sempre più voci – in seno al Consiglio, ma anche al Parlamento europeo – chiedono azioni concrete per proteggere le nostre frontiere esterne. Questa sarà una delle grandi sfide delle prossime elezioni europee”. Alle quali Vardon potrebbe candidarsi.