Caso San Carlo, Lissner piagnucola contro il governo italiano, ma in Francia sarebbe già a casa

9 Mag 2023 10:38 - di Federica Argento
Lissner San Carlo

Quanta fuffa e ipocrisia contro il governo sul caso di Stephane Lissner. Le opposizioni hanno tuonato contro il decreto che fissa a 70 anni l’età pensionabile per i direttori delle fondazioni lirico sinfoniche. La sinistra senza senso del ridicolo ne ha fatto un attacco alla democrazia. Una norma “ad personam” tuonano i giornaloni riuniti. E lo stesso attuale direttore francese fa il piagnisteo  annunciando barricate per difendere la sua poltrona al San Carlo di Napoli. Dove dovrebbe approdare l’ad dimissionario della Rai Carlo Fuortes. L’ipocrisia e i ‘due pesi e due misure’ varcano i confini. Infatti, oltre ad apprendere con stupore che l’unico francese che non vuole andare in pensione è il settantenne Lissner; sul tema si è espresso con la solita prosopopea il quotidiano francese Le Monde: la normativa – scrive-  «non è destinata ad agevolare le relazioni tra Italia e Francia». Ma fa uno scivolone.

Lissner, caso S. Carlo: la norma del governo corregge lo squilibrio con i colleghi italiani

Oltre al cattivo gusto continuato di mettere bocca nella politica di casa nostra, il quotidiano transalpino cade in contraddizione con se stesso. Fa ridere tutta questa baruffa perché in Francia il limite è fissato a 65 anni. Dunque il quotidano non può ignorare che il limite dei 70 anni «già si applica ai suoi colleghi italiani».  Dunque c’era uno squilibrio macroscopico, come peraltro aveva fatto notare il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, illustrando le ragioni del decreto: «L’intervento normativo nasce da una generale esigenza di riordino di una materia segnata da evidenti incongruenze nella determinazione dell’età della pensione per i sovrintendenti delle fondazioni lirico sinfoniche. C’erano, infatti, limiti diversi a seconda della provenienza e della nazionalità del soggetto. Una situazione che di fatto discriminava i cittadini italiani».

In Francia il limite massimo per i sovrintendenti è 65 anni. Lui ne ha 70

Eh sì, l’attuale sovrintendente viene in Italia e pretenderebbe che la normativa che vale per i colleghi italiani non debba valere per lui. Paradosso e prosopopea si incrociano in questa vicenda rilanciata da Libero. Il ministero della cultura precisava inoltre perfettamente i termini della questione: «Vale la pena ricordare che per la generalità dei dipendenti pubblici, inclusi i dirigenti dello Stato, il limite massimo è di 65 anni. Che al ricorrere di alcune condizioni può arrivare a 67. In ogni caso il limite massimo è di 70 anni, come per i magistrati e i docenti universitari». Si pone pertanto un tema di equità di trattamento che alle opposizioni ululanti sfugge.  Era in atto  una disciplina ingiusta che prevedeva due età pensionabili diverse per gli italiani e  gli stranieri. Una disparità che andava corretta con buona pace di  Lissner (il cui contratto scadrebbe tra due anni) che pur conoscendo evidentemente tutta la questione e la normativa vigente a Parigi, minaccia di adire le vie legali. E gli va dietro tutto il Pd, in primis il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.

Caso San Carlo- Lissner: tutta l’ipocrisia dei francesi e della sinistra

L’ipocrisia varca in confini di casa nostra. Tutti coloro che tuonano contro il governo italiano dovrebbero conoscere il paradosso di tutta questa querelle:  il fatto – lo ripetiamo- che per lo stesso ruolo, in Francia l’età pensionabile scatta a 65 anni. Pertanto se vi fosse rimasto, avrebbe dovuto smettere di lavorare già da alcuni anni.  Con buona pace di Le Monde che, oltretutto,  prefigura un peggioramento delle relazioni già non idilliache al momento tra i due Paesi.

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