Carlo III, le frasi che (forse) non potrà più dire: dalla “brigata dei polli” al “ceppo di vetro”

4 Mag 2023 20:51 - di Fabio Marinangeli
carlo III

Gaffeur o precursore? Nei lunghissimi anni di attesa per salire al trono, Carlo III ha più volte espresso le sue opinioni abbastanza liberamente, facendo sollevare più di un sopracciglio. Come sovrano deve ora rimanere fuori dalla politica, ma le sue passate dichiarazioni sull’ambiente, la fede, l’architettura, servono a capire cosa gli stia a cuore. In una intervista alla Bbc, gli fu chiesto nel 2018 se da re avrebbe continuato ad immischiarsi nelle questioni che lo appassionano. Lui rispose che il suo obiettivo era «motivare», non interferire. Ma poi aggiunse: «Non sono così stupido. Mi rendo conto che essere un sovrano è un esercizio diverso».

Carlo III e la storia del Galles

La prima volta che Carlo III uscì dallo schema previsto, fu il giorno della sua investitura come principe di Galles nel 1969. Il giovane erede, allora ventenne, aveva studiato la lingua e la cultura gallese. E sorprese tutti quando prese la parola nella solenne cornice del castello di Caernarfon, dopo essersi inginocchiato davanti alla madre regina per giurarle lealtà. Carlo parlò in gallese e affermò di «essere consapevole della lunga storia del Galles nella sua determinazione a rimanere particolare e salvaguardare il proprio retaggio»- Parole che ad alcuni sembrarono troppo vicine al sentire dei nazionalisti gallesi.

L’inquinamento e le forme cancerose

Ma è soprattutto l’ambiente il tema su cui Carlo III si è speso di più, anche quando non si parlava ancora di lotta ai cambiamenti climatici e tutela della biodiversità. Sempre nel 1969, scrisse al primo ministro, mettendolo in guardia contro le tecniche di pesca che stavano decimando i salmoni nell’Atlantico. E nel 1970 prese la parola contro «gli orribili effetti dell’inquinamento, in tutte le sue forme cancerose».

Come si guadagnò la fama di stravagante

Nel 1986, il principe si guadagnò la fama di stravagante perché, intervistato sul giardinaggio, raccontò che parlava con le piante : «È molto importante parlargli. Loro rispondono». Ma poi alcune ricerche sottolinearono che c’è del vero. Nel 2014 usò invece termini molto duri contro la «brigata dei polli senza testa» che nega i cambiamenti climatici.

Carlo III e l’allergia all’architettura contemporanea

Carlo non ha mai nascosto di avere una pessima opinione dell’architettura contemporanea. Arrivò a dire che certi architetti avevano fatto peggio dei bombardamenti nazisti durante la seconda guerra mondiale, i quali si erano limitati a «distruggere i nostri edifici, senza sostituirli con qualcosa di più offensivo delle macerie». Stroncò un progetto di ampliare la National gallery definendolo «un mostruoso carbonchio» e quello di un nuovo grattacielo ad opera di Ludwig Mies van der Rohe tacciandolo da «ceppo di vetro». Entrambi i progetti non videro mai la luce.

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