Carlo III, timido e bullizzato: l’infanzia infelice del piccolo principe nella biografia appena uscita

28 Gen 2023 18:47 - di Redazione

Se le memorie del principe Harry stanno toccando vertici di curiosità (e di vendite) over booking in tutto il mondo, si affacciano timidamente alla ribalta le prime biografie consacrate a Carlo III in vista dell’incoronazione prevista per il 6 maggio nell’abbazia di Westminster. E’ in libreria, in questi giorni, ‘I Windsor. La dinastia di Elisabetta II‘ firmato per Diarkos da Cristina Penco. L’autrice si sofferma in alcuni capitoli sull’infanzia del piccolo Carlo partendo dalla scelta del nome ( “giudicata da molti infelice. Carlo I era stato decapitato, Carlo II era un donnaiolo impenitente; e la dinastia degli Stuart era stata rovesciata proprio dagli Hannover-Windsor”) tra tate, ‘madri surrogate’ e vicarie per i numerosi impegni della principessa Elisabetta; salita poi al trono con il nome di Elisabetta II. “Sembra – come scrive Cristina Penco – che la prima parola che il principino abbia pronunciato sia stata ‘nana’ (nanny) e non ‘mama’ (mamma)”.

Carlo III, l’adolescenza da dimenticare: bullizzato dai compagni

Il futuro principe del Galles era un bambino “mite, sensibile, schivo, con qualche problema già di autostima, la sua ritrosia, poi, la sua timidezza ricordava quella degli ultimi Windsor, in particolare quella del nonno Giorgio VI”. Come tutti i giovani aristocratici anche il primogenito della reale coppia, imparò a cacciare a cavallo, a pescare nei fiumi, a sparare alle folaghe, negli acquitrini di Hickling Broad, non lontano da Sandringham. La sua infanzia, trascorsa nella dimora di Clarence House e Buckingham Palace, si divideva tra i nonni materni (re Giorgio VI e regina Elizabeth) e la bisnonna (la regina madre Mary). Aveva una predilezione per le persone più agè, forse più rassicuranti o semplicemente avvertite come “confortanti e rassicuranti”. In particolar modo la regina madre che gli aprì le porte, secondo quanto scrive Cristian Penco ad “un mondo di arte e cultura”.

Si consolava dalla nonna a Balmoral

Non fu un’adolescenza da ricordare, la sua. Nel collegio di Gordonstoun (“una condanna alla prigione, un autentico inferno”) Carlo III era umiliato, bullizzato dai compagni più grandi del convitto e spesso preso in giro. Solo, lontano dalla famiglia, si consolava accanto a nonna e bisnonna, a Balmoral, a Birkhall, un angolo remoto di Scozia, battuto dai venti del Mare del Nord, amatissimo dal piccolo principe. “Non a caso, il castello di Birkhall è quello dove, nel 2005, Charles avrebbe trascorso la luna di miele con la seconda moglie, Camilla”, ricorda la giovane autrice del libro.

Introverso, soffriva di depressione

Carlo III adorava lo zio Dickie, lord Mountbatten, l’utimo vicerè dell’India, amatissimo anche a corte per aver favorito l’incontro tra il nipote esule Filippo e colei che sarebbe succeduta un giorno a Giorgio VI. Figura di riferimento, quasi un padre putativo, che giorno dopo giorno, accompagnava il cammino in ascesa del timido rampollo dei Windsor: (“natura riservata e riflessiva, giovane introverso, soffriva di forti attacchi di depressione,”, scrive l’autrice), studi al Trinity College di Cambridge, all’University College del Galles, ad Aberystwyth e una laurea con specializzazione in Archeologia, antropologia e storia (23 giugno 1970), il primo erede al trono, il principe Carlo, a conseguire una laurea e successivamente il titolo di Master of Arts, sempre a Cambridge. Entrò in Marina, come il padre, ma soffriva di mal di mare. Carlo non era tagliato per la vita in mezzo all’Oceano.

1972, l’anno fatale, l’incontro con Camilla

In quegli anni bisognava, però, rilanciare la monarchia nonostante l’amore dei sudditi nei confronti della royal family. Si puntò sul brand ‘Charles’, con la ferma convinzione, anche da parte del principe di Galles, che ‘La Corona e il Paese venivano prima di qualsiasi cosa’. A 21 anni intanto, con la maggiore età Carlo entra in possesso di una fortuna immensa. Settemila acri di terra, cave di granito, letti di ostriche nel fiume di Helford, importanti proprietà londinesi, spiagge, isole e perfino la prigione di Dartmoor. La rendita annua è di circa 20 milioni di euro all’anno destinate soprattutto alla beneficenza, alle attività di rappresentanza, alle spese personali e della famiglia.Il 1972 è un anno fatale. Scocca la scintilla tra l’erede al trono e Camilla Shand (“appassionata di cavalli, divertente, stravagante, senza peli sulla lingua, con diverse avventure maschili alle spalle”, ricorda Cristina Penco), Carlo poco più che ventenne se ne innamora perdutamente. Troppo giovane, troppo inesperto accetta, suo malgrado, di essere ‘spedito’ di nuovo in mare a bordo della Hms Minerva al largo delle isole caraibiche. Camilla decide di sposare Andrew Parker Bowles, ufficiale dell’esercito brittanico e amico di polo di Carlo. Scriverà allo zio Mountbatten: “Sono completamente distrutto. Immaginavo che questa bella relazione di amicizia affettuosa sarebbe durata per sempre”.

“Diana la dona sbagliata”

Cruccio della royal family rimane il matrimonio dell’erede al trono. Numerose le relazioni con fanciulle affascinanti, ma forse non realmente innamorate. Amanda Knatchbull, Anna Wallace, le sorelle Spencer. E fu proprio nella tenuta dell’amico Philip de Pass che incontrerà la giovane Diana, che il futuro marito ricorderà “simpatica, divertente e attraente”. Il matrimonio fu celebrato qualche anno dopo. Grande fasto, grande pompa, un Paese in festa. Commenta Cristina Penco: “Sperava di convolare a nozze con la donna giusta per la monarchia, invece scelse la persona più sbagliata in assoluto per lui e di riflesso per la stessa istituzione. Inconsapevolmente accese una miccia che avrebbe provocato una rovinosa esplosione”.

“God Save The King”

Tutti noi sappiamo come è andata. La crisi, subito dopo la nascita del principe William, all’interno di quella che venne chiamata la ‘Guerra dei Galles’, i disordini alimentari, l’insofferenza di Carlo verso una persona estremamente diversa da lui. E poi il drammatico divorzio, fortemente voluto dalla regina Elisabetta dopo l’intervista in tv alla Bbc, la tragica scomparsa di lady Diana sotto il tunnel de l’Alma a Parigi, il 31 agosto del 1997. Carlo dovrà aspettare il 9 aprile 2005 per impalmare l’amore di una vita, un amore non negoziabile, ripeterà più volte l’allora principe Carlo, quello per Camilla, duchessa di Cornovaglia e oggi regina consorte. Il 6 maggio, con le celebrazioni dell’incoronazione, si aprirà una nuovo capitolo per i Windsor, Harry e Meghan permettendo. “Addio a God Save The Queen – ha scritto convinta nel suo libro Cristian Penco- In Gran Bretagna la musica è cambiata. God Save The King. Lunga vita al re”.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *