Sudan, 97 italiani in salvo, 10 suore sono rimaste. Crosetto: “Un successo dei nostri militari”
«Il successo dell’operazione in Sudan si deve a delle persone che 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, togliendo tempo alla famiglia o riposo in giorni come questi di festa, sono a disposizione, pronti a intervenire, salire su un aereo, imbracciare una mitragliatrice, mettersi un elmetto e volare dove serve per salvare come in questo caso cittadini italiani rimasti prigionieri di una guerra civile scoppiata improvvisamente, o per fare quello che lo Stato gli chiede di fare, ovvero per preservare la pace e la libertà in giro per il mondo. Lo fanno senza riflettori, in silenzio e sempre obbedendo a quel che chiedono lo Stato, le forze armate e, come in questo caso, la comunità internazionale, perché non abbiamo salvato solo cittadini italiani ma anche di altri Paesi». Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto riferendosi all’operazione di evacuazione degli italiani dal Sudan.
Chi ha partecipato alla missione in Sudan: in salvo 97 italiani
Le operazioni di evacuazione del personale italiano dal Sudan hanno consentito di trarre in salvo 97 connazionali e hanno visto il coinvolgimento di tre aerei C-130 e 36 elementi dell’Aeronautica militare, oltre a 29 elementi dei gruppi speciali: dal nono Reggimento “Col Moschin” agli incursori della Marina. Questo il resconto del ministro Crosetto sulle operazioni di evacuazione dei cittadini italiani dal Paese africano, concluse con successo nella serata di ieri.
Dieci suore italiane sono volute rimanere in Sudan
“Per fortuna c’è un sistema testato che non dipende dal governo ma dallo Stato, partendo dal Comando operativo di vertice interforze (Covi) che coordina tutte le Forze armate della difesa. Al loro fianco il personale dell’Aisi (l’agenzia di intelligence per la sicurezza interna) e dei Carabinieri che erano gia’ presenti. Piu’ persone che insieme hanno coordinato lavoro insieme ad altri Paesi alleati e hanno consentito di evacuare 97 cittadini italiani”, ha detto Crosetto, ricordando infine “le dieci suore che hanno voluto rimanere a portare avanti la loro missione pur potendo partire”.