Su “Repubblica” lo spot di Vendola ai babbi gay: “Le mamme di Tobia? Le chiama zie e le sente al telefono”
“Sembra una favola, invece è storia vera”, è l’incipit che “Repubblica Roma” dedica al lungo articolo sulla casa arcobaleno di Nichi Vendola e del suo compagno Ed, famiglia di papà gay con un bambino “concepito” con utero in affitto con donne canadese e poi dato ai due genitori secondo una pratica vietata in Italia, bambino poi “adottato” dall’ex governatore della Puglia con la “stedchild adoption”. Per quanto riservatissimo nella esposizione delle immagini del bambino e spesso tuonante contro l’invasione della privacy da parte dei media, Vendola ha concesso all’inviata di Repubblica di entrare nella sua casa di Campo de’ Fiori per un articolo che è a dir poco apologetico nei confronti di questo modello di genitorialità.
La “favola” di Vendola e dei babbi gay che amano Tobia
“Non c’è un castello sullo sfondo, ma una casa arcobaleno a Campo de’ Fiori. È il racconto che fa Tobia, 7 anni, quando gli chiedono come mai abbia due papà: papà Nichi e papà Ed che a turno, ogni sera, nella sua stanzetta colorata gli narrano le fiabe. Nichi Vendola gli legge un classico di Rodari e Ed Testa, nato in Canada, le avventure in inglese di ‘Dragon masters’ che sono sul comodino. Ma la storia raccontata da loro figlio, nato a Sacramento in California dalla gestazione per altri, con il seme di Ed e poi riconosciuto anche da Vendola in Italia attraverso l’adozione, quel racconto fatto da Tobia, va oltre la favola. “ C’era una volta papà Nichi e papà Ed che si volevano bene….”.
Vendola e il compagno, come affermato più volte, avrebbe mantenuto i rapporti sia con la donatrice dell’ovulo sia con la donna che ha portato in grembo il piccolo Tobia il quale le avrebbe conosciute entrambe.
L’altruismo delle mamme del piccolo
“Attraverso un gesto d’altruismo — sottolinea l’ex parlamentare Vendola — con una gestazione regolamentata a tutela delle donne, gestita da agenzie serie, come quella americana alla quale ci siamo rivolti. Se fosse stato possibile, avremmo adottato un bambino, realtà negata a single e coppie gay. Le due donne americane che hanno permesso la nascita di nostro figlio sono nuove figure parentali: zie che il bambino sente spesso. Tobia è la risposta a chi considera la Gpa un crimine universale. In questo quartiere, come ovunque, ci dimostrano tutti grande affetto”, racconta Vendola.
Il racconto della gratitudine del figlio
Ma come si dividono i compiti questi due papà che per stare il più possibile con Tobia rinunciano anche alla baby-sitter?, chiede la giornalista: “Sveglia alle sette. E mentre Ed prepara una virtuosa colazione a base di crostate fatte da lui, ha inizio una giornata piena di allegria. E di insegnamenti, come il rispetto per sé e per gli altri. I videogiochi sono concessi mezz’ora nel weekend: è Tobia ad avvertirci quando scade il tempo. Ed lo accompagna alla scuola pubblica e io lo vado a prendere, lo porto a nuoto”.
L’articolo prosegue così: “Un pomeriggio a settimana il bambino esce alle 18.30, dopo la lezione di piano: ama Mozart e le canzoni di Sanremo. Vendola si accorge che piove, torna indietro a prendere l’ombrellino per il figlio che quando lo vede gli salta al collo felice. L’amore in quella famiglia arcobaleno è riassunto in un biglietto scritto da Tobia: ‘Auguri Papà, con voi c’è sempre da imparare…”.