Psichiatra uccisa, Seung non risponde al gip. L’ultimo regalo di Barbara: dona un rene e salva un bimbo
Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gianluca Paul Seung, il 35enne presunto assassino della psichiatra Barbara Capovani, aggredita selvaggiamente a sprangate venerdì scorso all’uscita dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, non ha risposto alle domande nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Pisa. Lo hanno comunicato i suoi difensori, gli avvocati Andrea Pieri e Gabriele Parrini, all’uscita dal carcere ‘Don Bosco’ di Pisa. Dove si è svolto l’interrogatorio.
Psichiatra uccisa, il presunto assassino non risponde all’interrogatorio
L’uomo è ritenuto il presunto autore dell’omicidio premeditato della psichiatra, davanti all’ospedale Santa Chiara di Pisa, dove la dottoressa lavorava come responsabile dell’Unità di Salute mentale. Il fermo di Seung, di nazionalità italiana, paziente della vittima, è stato disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura, Seung aveva premeditato da almeno 24 ore l’aggressione. Avrebbe tentato l’agguato già dal giorno antecedente, presentandosi presso il reparto psichiatrico dell’ospedale Santa Chiara. Domenica prossima, 30 aprile, alle 16 nel Palazzo della Sapienza dell’università di Pisa si terrà il ricordo e il saluto pubblico per Capovani. Mentre – come hanno annunciato i familiari – i funerali avverranno in forma strettamente privata.
La zia di Seung chiede scusa alla famiglia della dottoressa
L’arrestato si trova ricoverato nel centro clinico del carcere ed è sottoposto a cure farmacologiche. Lo “sciamano”, come si definiva Gianluca Paul Seung, stando al referto medico redatto dalla dottoressa Capovani nel 2019, quando lo aveva avuto in cura, era afflitto da un “disturbo narcisistico”. Nel frattempo, attraverso le telecamere di Raiuno, la zia del 35enne, ha chiesto scusa alla famiglia della dottoressa. E ha detto “che vorrebbe incontrare” i suoi figli. “Voglio chiedere scusa a questa famiglia. Ma è solo Dio che ci può far qualcosa. Sono una mamma e lei aveva tre figli. Siete nelle mie preghiere ragazzi”, ha detto la donna, rivolgendosi ai figli della psichiatra assassinata. Secondo la zia, Seung era in preda ai suoi deliri ed era diventato ingestibile anche per la mamma.
La donazione del rene della donna ha salvato un bambino
Grazie alla donazione degli organi della dottoressa si è potuto salvare un bambino. Uno dei reni asportati alla Capovani è stato trapiantato nel corpo di un bambino all’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma. Il bimbo attendeva da tempo un organo compatibile. Il fegato è invece giunto a Milano per un trapianto d’urgenza. Le procedure di espianto degli organi della psichiatra uccisa dal suo ex paziente si sono concluse lunedì pomeriggio. E già poche ore dopo i due reni, il fegato, il cuore e i polmoni erano giunti a destinazione.