Pnrr, Crosetto fa il punto sul dossier: «Vanno presi solo i fondi che siamo in grado di spendere»

22 Apr 2023 9:21 - di Alessandra Parisi

«Il sistema Italia non è in grado di mettere a terra tutti i progetti del Pnrr. Bisogna prendere solo le risorse che siamo in grado di spendere». Guido Crosetto, intervistato da La Stampa, fa il punto sul dossier più importante del governo. «L’Italia può fare tutto tranne che perdere i soldi», dice il ministro della Difesa. E spiega: «Prendiamo 100 milioni di euro per un’opera, entro la scadenza ne spendiamo solo 98. Significa che dobbiamo restituirne 98 milioni e ci teniamo l’opera non finita, che dovremo pagare con il nostro bilancio. Il problema non è solo burocratico, di progettazione. La vera domanda è l’Italia ha la possibilità di scaricare a terra 200 miliardi in tre anni?».

“L’Italia non può scaricare a terra 200 miliardi in 3 anni”

La risposta va cercata nel Paese, spiega Crosetto. «Se io progetto di fare, ad esempio, 100 chilometri di gallerie e non ho le talpe per scavare, è inutile che faccio l’appalto. Perché le aziende che producono le talpe che scavano le gallerie sono tre al mondo. Una è tedesca e due sono cinesi, e hanno prenotazioni per i prossimi 5 o 6 anni».

Pnrr, Crosetto: impossibile mettere a terra tutti i progetti

Chiarezza anche sul Mes, il cosiddetto fondo Salva Stati, sul quale il governo potrebbe rivedere le sue iniziali posizioni a condizione che cambi profilo.  Come ha anticipato il premier Meloni («pronti a discuterne se si trasforma in strumento di crescita»). «Il Mes non è nato come forma di finanziamento», chiarisce Crosetto. «Ma come possibilità dell’Europa di intervenire in crisi come quella greca. E in Grecia dopo il maxi-prestito, la Troika ha commissariato una nazione sostituendosi al Parlamento. A me non piace. Se il Mes diventasse uno strumento che sostituisce la possibilità della Bce di intervenire nell’acquisto dei debiti sovrani quando si alzano troppo i tassi allora se ne stravolgerebbe il ruolo originale e potrebbe diventare utile».

Guerra, dobbiamo lavorare a un tavolo per la pace

Parole chiare anche sul ruolo italiano nel conflitto russo-ucraino. «L’Italia si muove lungo due linee portanti. La prima è quella dell’aiuto: dobbiamo garantire all’Ucraina il diritto a difendersi. Ma dall’altra c’è un costante e quotidiano impegno a provare a costruire un tavolo per la pace». La questione cruciale – sottolinea il ministro della Difesa – non è far finire la guerra, ma far interrompere lo scontro e «provare a far sedere allo stesso tavolo due interlocutori che non si parlano e non hanno nulla in comune». Polemico con l’Europa che non assolve il suo ruolo diplomatico come dovrebbe.

“L’Europa la smetta di soffiare sul fuoco”

«Auspicherei un ruolo maggiore dell’Europa per cercare di gettare acqua sul fuoco», attacca Crosetto. «Perché si è bravissimi a buttare benzina, ma non c’è nessuno che fa il pompiere. Noi abbiamo bisogno di pompieri in un mondo in cui l’Onu, che doveva essere il pompiere, ha perso la possibilità di esserlo. Perché il Consiglio di sicurezza è bloccato dai membri permanenti come Russia, Cina, Stati Uniti. Quindi per la pace c’è bisogno di un altro interlocutore».

“La Cina può essere un interlocutore”

Per questo è necessario chiarire il rapporto con Pechino. «La Cina dev’essere un interlocutore al tavolo della pace. Per gli imprenditori però è un grandissimo concorrente. È uno dei temi che dobbiamo porci in Italia e in Europa». Infine sulle concessioni balneari dopo lo stop europeo alle scadenze sulle licenze. «Si possono adeguare regole e tariffe, senza portare avanti un’ideologia. Se a parità di incasso per lo Stato posso avere 100 bagni gestiti da 100 famiglie o 100 bagni gestiti da una sola grande società, preferisco avere 100 famiglie».

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