Maestra sospesa, l’attacco di suor Monia Alfieri: «A scuola non si insegna la superstizione»
Sembra non raccogliere particolari solidarietà in ambito religioso Marisa Francescangeli, la maestra di San Vero Milis (Oristano) sospesa per venti giorni dall’insegnamento con riduzione dello stipendio per aver fatto recitare preghiere in classe. Com’è noto, il ministro Valditara ha subito attivato un’indagine interna inviando tre ispettori sul posto al fine di verificare la correttezza della procedura seguita. Dai primi esiti, parrebbe che l’insegnante facesse recitare preghiere e rosari in ore dedicate alle materie disciplinari. Il che costituirebbe una palese violazione degli obblighi contrattuali.
La religiosa: «Cosa grave se i fatti saranno confermati»
«Se i fatti fossero confermati – dichiara all’Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica e volto noto della televisione – si tratterebbe di cosa grave. Innanzitutto la scuola tutta, statale e paritaria, non è confessionale. In secondo luogo quei fatti non sono gesti che esprimono una fede, piuttosto una superstizione, un modo di intendere la fede ai limiti della blasfemia». La versione della Francescangeli è di segno opposto a quella trasmessa dal dirigente scolastico a Valditara. Ospite a “Fuori dal coro“, la trasmissione condotta da Mario Giordano su Rete4, la maestra ha precisato di aver chiesto ed ottenuto dai genitori degli alunni (tutti di religione cattolica) l’autorizzazione a recitare un Ave Maria e un Padre Nostro.
Alla maestra è stato anche ridotto lo stipendio
E che spesso erano proprio gli scolari, moltissimi dei quali in attesa di ricevere la Prima comunione, a chiederle di recitare la preghiera prima di cominciare la lezione. In effetti, alla base del provvedimento contro la maestra ci sarebbero state le lagnanze di due coppie di genitori. Ai quali, per altro, l’insegnante avrebbe anche porto le proprie scuse su consiglio del dirigente. Ed è proprio questa la ragione del suo stupore. La sospensione è infatti arrivata proprio quando questa piccola incomprensione sembrava essersi appianata. Ora la parola finale spetta agli ispettori di Valditara. Sarà il loro rapporto a chiarire se la Francescangeli sottraeva tempo alle lezioni o se, al contrario, faceva recitare la preghiera solo tenere viva la nostra tradizione religiosa.