L’Anpi di Bologna plaude a Bignami: “Bel segnale la presenza dei rappresentati del governo”
L’intero esecutivo Meloni ha celebrato in ogni parte d’Italia la giornata della Liberazione. Tra le pagine vergognose di contestazioni spicca per contrasto il momento inaspettato vissuto in piazza A Bologna: quando il sindaco Matteo Lepore, del Pd, ha ringraziato la ministra dell’Università Anna Maria Bernini e il vice ministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami:“Sono voluti venire qui in piazza del Nettuno con noi a celebrare questa festa”. E’ partito un applauso da parte dei tanti bolognesi presenti. Un gesto inaspettato nella “rossa” Bologna, piazza protagonista di tante polemiche tra la sinistra e il parlamentare di Fratelli d’Italia.
Applauso a Bignami e a Bernini nella “rossa” Bologna
Persino la presidente dell’Anpi Bologna, Anna Cocchi, ha voluto ringraziare gli esponenti di governo che hanno voluto essere presenti alla manifestazione bolognese: “La presenza dei rappresentanti del governo è un bel segnale. La piazza deve essere la piazza di tutti. Democrazia, libertà, rispetto della Costituzione sono fondamentali; e da parte di chi ha giurato sulla Costituzione ci aspettiamo la presenza e la partecipazione a questo momento importante che è il 25 aprile”. Parole di grande civiltà verso una condivisione di valori nel segno auspicato dal premier Meloni. Parole e gesti si sono incontrati. Mentre parlava Anna Cocchi, dal leggio è scivolato uno dei fiori simbolo della lotta partigiana. A raccoglierlo e a rimetterlo al suo posto con un gesto di grande garbo è stato proprio Bignami. Si è allontanato dalla sua posizione, avvicinandosi al palchetto e inchinandosi per raccoglierlo da terra.
Bignami: “25 aprile patrimonio di libertà e democrazia”
Il viceministro delle infrastrutture ha poi preso la parola: “Credo che il 25 aprile sia una data importante perché ha costituito la fine della guerra; dell’occupazione nazista, del ventennio fascista, delle infami leggi razziali. E quindi la possibilità che venga ricordato anche in momenti che per qualcuno possono apparire condivisibili o meno, fa parte del patrimonio di libertà e democrazia. Di cui oggi possiamo giovarci grazie a quello che è stato il sacrificio di tanti uomini e donne, che ha portato alla festa della Liberazione”. Peccato che questo stesso clima non si sia respirato in città quali Grosseto, Milano, Viterbo, dove persino Vittorio Sgarbi ha potuto parlare a fatica. Per non parlare di Napoli con gli infami manifesti di meloni e ministri a testa in giù.