La Russa: “D’ora in poi non parlerò più di fatti storici. Mi si giudichi sui temi di attualità”
“Di fatti storici non parlerò più”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa parla il Corriere della Sera dopo la giornata di aspre polemiche suscitate dalle sue parole sull’attentato di via Rasella. Sconcertato, la sua intenzione era ben altra, spiega. Ma categoricamente afferma che non si presterà più a parlare del passato. “Basta, mi sono stancato. D’ora in poi non parlerò più di fatti storici, solo di attualità. E mi aspetto che mi si giudichi su quello che faccio e dico su temi di attualità. Non sul passato del quale, semmai, parlerò con gli storici e non con i giornalisti. Quindi non fatemi più domande su queste cose perché non rispondo”.
Ignazio La Russa: “Volevo spegnere le polemiche su via Rasella, non aizzarle”
Spiega poi il presidente del Senato: “La mia intenzione era proprio spegnere la polemica assurda che si era creata sulle parole do Giorgia Meloni” a proposito della rappresaglia delle Fosse Ardeatine, “non attizzarla. Perché, se avessi voluto su via Rasella avrei detto ben altro…Che, appunto, ce ne sono stati di ben più gloriosi di atti della Resistenza: come il sacrificio di Salvo D’Acquisto, che si consegnò ai nazisti senza aver fatto nulla solo per salvare la vita a cittadini innocenti. E avrei potuto ricordare che a via Rasella – aggiunge Ignazio La Russa – non fu uno scontro a fuoco faccia a faccia con i nazisti: si trattava di un battaglione che tornava in caserma colpito con una bomba; e morirono anche due passanti innocenti, italiani… Eppure mica le ho dette queste cose, proprio perché non volevo si creassero problemi, volevo chiuderli. Io che la storia la conosco ne citerei altri di atti gloriosi…”.
“Cosa farà il 25 aprile? Sarà una sorpresa”
Ora siamo al primo di aprile e il 25 è in agguato. Sicuramente i gendarmi dell’ortodossia aspettano al varco il presidente del Senato e tutto il centrodestra per aizzare una canea. Ma sulle prossime celebrazioni del 25 aprile, La Russa è sobrio e “abbottonato”: “Ho detto che ci sono stato in passato ma adesso non dico più niente. Quello che farò lo saprete il 22, 23 aprile, non prima. Sarà una sorpresa…”. Non se l’aspettava la bufera dopo la sua intervista al podcast di Libero Quotidiano con il condirettore Pietro Senaldi. Anche perché si era parlato un po’ di tutto, soprattutto sul caso dei figli delle coppie omogenitoriali, che è prevalente nel dibattito di questi giorni.
La Russa: “Quell’intervista a ‘Libero’ poteva essere un’occasione di dialogo, invece…”
La Russa aveva “aperto” «in qualche modo alle adozioni gay: e non è scontato da un esponente della destra come me- ha detto a Paola Di Caro- . Ho detto che io preferisco le adozioni di coppie eterosessuali. Ma anche che si può trovare magari un punto d’incontro. Era proprio un’occasione per dialogare». E invece? «E invece tutti si attaccano a una parola, la mistificano, fanno gli indignati, parte uno e tutti pronti col il trenino di dichiarazioni dietro». Di una cosa è dispiaciuto, che delle sue parole si sia risentita la comunità ebraica «Ecco, questo mi dispiace. Mi dispiace se Ruth Dureghello, che io stimo e apprezzo, ci è rimasta male. Forse avrei potuto specificare meglio, essere più preciso».