Meloni: “Cambiamo il fisco dopo 50 anni, l’obiettivo è abbassare le tasse. Noi non facciamo condoni”

31 Mar 2023 18:18 - di Adriana De Conto
appunti di Giorgia

«Tante cose sono state dette e fatte dall’ultimo appuntamento con i miei Appunti». Esordisce così il premier Meloni nella diretta Fb con cui ha preso l’abitudine di informare gli italiani delle scelte  dell’esecutivo e degli obiettivi a cui queste tendono. E le realizzazioni sono state molte e molto importanti. Dalla riforma fiscale all’aumento dell’occupazione; dal nuovo codice degli appalti al Patto per la terza età; dagli investimenti sulla sanità e potenziamento dei pronto soccorso alla difesa del patrimonio agroalimentare e della cucina italiana.

“Gli appunti di Giorgia”: la riforma fiscale

Inizia dal Fisco, Giorgia Meloni. «Una riforma attesa da 50 anni, la prima delle riforme che ci siamo prese l’impegno di realizzare. Alla fine di questo lavoro avremo un fisco nuovo, l’ultima riforma è stata fatta prima che io nascessi», precisa il premier. Una riforma che rivoluzionerà  in modo strutturale il sistema fiscale italiano nel «rapporto tra Stato e contribuenti. Nel Cdm abbiamo licenziato la legge delega – una cornice- e avremo 24 mesi di tempo per completarla. Il primo obiettivo è quello di abbassare le tasse», aggiunge. Con particolare attenzione per redditi bassi e medi;  con una progressiva riduzione delle aliquote Ipef «che andremo a introdurre».

Meloni alle opposizioni: “Noi condoni non ne facciamo”

Il modo più efficace per combattere l’evasione «è avere tasse giuste da uno Stato che si dimostra amico. La repressione da sola non basta».  E sempre sulla questione Fisco, la premier ha precisato che nel decreto bollette «c’è anche una norma che adegua alla nostra tregua fiscale le norme penali. Si è fatta molta confusione -scandisce-  l’opposizione dice che abbiamo introdotto un condono tributario penale, è falso: noi condoni non ne facciamo. Con la tregua fiscale è prevista la rateizzazione e noi adeguiamo questa norma, stabilendo che il processo rimane sospeso fino a quando l’Agenzia delle Entrate non dice che le rate le stai pagando regolarmente». Altro obiettivo della riforma fiscale è «mettere ordine a quella giungla di detrazioni, deduzioni, esenzioni, crediti d’imposta che costano allo stato italiano ogni anno circa centoventicinque miliardi di euro».

Meloni: “Il contribuente torna ad essere trattato da cittadino e non da suddito”

«Vogliamo incentivare il lavoro e sostenere i salari che spesso come sappiamo sono troppo bassi», aggiunge. «Quindi immaginiamo da una parte l’introduzione anche per i dipendenti sul modello di quello che abbiamo già fatto con la legge di bilancio sui lavoratori autonomi, di una tassa piatta sugli incrementi di salario rispetto all’anno o agli anni precedenti. Abbiamo immaginato, di abbassare gradualmente l’Ires: cioè l’imposta sul reddito delle società, a una condizione: a patto che quello che le società pagheranno di meno con una riduzione dell’Ires venga investito soprattutto in nuove assunzioni a tempo indeterminato». È in buona sostanza l’applicazione del famoso principio più assumi meno tasse paghi. Più è alta l’incidenza di manodopera che hai in rapporto al tuo fatturato meno tasse dovrai allo Stato. «Vogliamo infine costruire un rapporto completamente diverso tra il fisco e il contribuente, perché il contribuente deve tornare a essere trattato come un cittadino e non più come un suddito».

Il codice degli appalti

Altra realizzazione dell’esecutivo è la modifica del codice degli appalti. «Altra grande e importante riforma attesa da tempo: la finalità è banale: fare le opere, farle bene, in modo accettabile, combattendo le ruberie ma senza bloccare all’infinito quello che c’è da fare», afferma Meloni. «La soglia per gli appalti» senza gara a 150mila euro è norma «del governo a guida Cinquetelle di Conte e confermata dal governo Draghi. Abbiamo solo confermato e reso stabile una norma che altrimenti sarebbe cessata nel 2023», aggiunge Meloni.  Sul tema degli appalti, ha aggiunto, «sarà istituita banca dati, che sostituisce l’infinità dei documenti. Ora basta con i no: quando un ente dice no dovrà dire quale è la soluzione».

Meloni: “Abbiamo deciso di aumentare gli stipendi per i medici del pronto soccorso”

Ancora: «Il governo ha stanziato oltre un miliardo di euro per limitare l’impatto del payback e per rafforzare i pronto soccorso perché scene di degrado, abbandono, confusione che a volte vediamo non sono tollerabili: abbiamo deciso di aumentare gli stipendi e gli straordinari per i medici del pronto soccorso». Non solo: «Abbiamo deciso di limitare la possibilità che chi lavora nel pubblico lo faccia facilmente e contestualmente anche nel privato i cosiddetti medici a gettone. E abbiamo deciso di introdurre pene più severe per chi aggredisce gli operatori sanitari», aggiunge Meloni. Sottolinea come «è diventato intollerabile anche che i lavoratori che fanno un’opera delicata e difficile per salvare la vita ad altre persone debbano pure temere per la propria incolumità».

“Più agenti di polizia negli ospedali”

A tal riguardo, «grazie all’ultimo provvedimento del governo ci saranno più agenti di polizia in quasi duecento ospedali. Ed è ovviamente la primissima parte di una riforma complessiva che vogliamo fare sulla sanità,  perché i cittadini possano tornare a fidarsi degli ospedali pubblici italiani».  Dal fronte occupazione vengono ottime notizie, informa: «I dati di Bankitalia e del ministero del Lavoro certificano che sono stati creati oltre 100mila posti di lavoro. È un ottimo segnale di fiducia, effetto del lavoro fatto per combattere il caro-energia». E infatti «le tariffe dell’energia sono scese del 55%, e noi abbiamo ora confermato la riduzione dell’iva e il bonus sociale per le famiglie con i redditi più bassi».

“Siamo la prima nazione che ha deciso di vietare la produzione di cibo sintetico”

Altro motivo di orgoglio del suo governo: «C’è un’ultima terza grande innovazione negli appalti che è la salvaguardia del made in Italy. Tra i criteri di valutazione da ora ci sarà anche la quantità di beni e servizi italiani che utilizzi. E sono certa che a qualcuno questa norma non piaccia, ma sicuramente a noi sì». E ancora. «la cucina italiana è candidata come patrimonio Unesco, ne sono felice: siamo una superpotenza alimentare. Siamo minacciati da grandi lobbies che vorrebbero uniformare tutto. Arrivano sugli scaffali cibi prodotti dagli insetti: noi ai cittadini glielo diciamo con una bella etichetta visibile, si dovrà indicare se è presente farina di insetti». Infine: «Siamo la prima nazione che ha deciso di vietare la produzione di cibo sintetico, siamo stati i primi ma chissà che qualcuno non ci segua», ricorda. «Noi non vogliamo vietare, ma vogliamo difendere la salute dei cittadini».

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