Il murale dell’uomo che allatta è “satanico”. Si rifà vivo il sedicente esorcista di Cervia e Sgarbi gli dà ragione

5 Apr 2023 19:29 - di Redazione

«Il murale di Rimini l’ho cancellato io. Non ero solo c’erano altre quattro persone con me, arrivate anche da Bologna. Eravamo come i fantastici quattro o come i cavalieri dell’Arcangelo Michele».  Rivendica la cancellazione del murale realizzato dal writer Kage a Rimini che raffigurava un uomo che allatta un bimbo  Davide Fabbri, sedicente esorcista di Cervia, ex concorrente dell’Isola dei famosi.

Fabbri, ricorda Corriere.it, ha pubblicato un video sulla sua pagina Facebook in cui attaccava l’autore dell’opera apparsa a Rimini in occasione del Transgender day of visibility e ha raccontato all’Ansa di averlo oscurato la mattina del 4 aprile. Interpellato, rilancia la sua rivendicazione. «Eravamo illuminati dai raggi del primo sole. Non abbiamo agito con le tenebre, di notte. E la nostra non è una censura. Neppure un imbrattamento. Abbiamo realizzato un murale bianco su un altro murale. Anche la nostra è un’opera d’arta. È bianca come la luce, bianca come l’abito delle spose», dice.

E attacca: “Rimini è un covo di satanisti, è una città governata dalla massoneria. Lo stesso murale è un segno: è stato realizzato in Via Savonarola, di fianco ad una chiesa medievale. Ma del resto la Regione Emilia Romagna è in mano ai satanisti e ai massoni. Qui vengono fatti sacrifici animali, tanto per dirne una”.

Quanto all’opera cancellata Fabbri incalza. «Non penso che siamo tutti in grado di capire come può un uomo allattare un bambino», dice «ed è scritto nel Vangelo, non si scandalizzano i più piccoli».

Anche Vittorio Sgarbi si è scagliato contro l’opera: quella dell’uomo che allatta un neonato è, infatti, secondo Sgarbi, «un’immagine contro natura, contro il principio sacro della maternità. Si dice “madre terra”, non “padre terra”». La madre con il bambino, spiega Sgarbi, «è la rappresentazione della Madonna, e realizzare in un luogo pubblico un’immagine come quella che fortunatamente è stata cancellata rappresenta una violazione del sentire comune, una deturpazione dell’immagine suprema e simbolica della maternità e della religione cristiana».

«Chi ha fatto quell’atto – conclude, riferendosi ovviamente alla cancellazione con la vernice bianca – ha rivendicato la libertà di tutti». Il critico se la prende anche col primo cittadino di Rimini che aveva difeso l’opera. «Il sindaco – dice Sgarbi – avrebbe dovuto essere favorevole alla cancellazione, deve esserci rispetto della religione cristiana, non si può inventare che un uomo dà il latte, come la madre di Gesù. Quell’immagine, in un luogo pubblico, è priva di ogni rispetto».

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