Giuseppe Salvia, 42 anni fa l’omicidio del vicedirettore di Poggioreale. L’omaggio a un grande italiano
Nel pomeriggio di 42 anni fa due sicari della camorra di Raffaele Cutolo uccidevano sulla tangenziale di Napoli Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale. Salvia, 38 anni, due figli piccoli, era in servizio nel carcere di Poggioreale da 7 anni: era visto come un nemico da eliminare perché con la sua condotta integerrima ostacolava i piani della camorra ed era un modello “pericoloso”. Il suo zelo era visto infatti come una sfida al potere del boss della Nco, Raffaele Cutolo. La storia di Giuseppe Salvia e il dolore della sua famiglia sono stati ben presto dimenticati dall’opinione pubblica, dalla cronaca e soprattutto dallo Stato.
Giuseppe Salvia lasciato solo anche da morto: lo Stato non si costituì parte civile
Come ha ricostruito infatti lo scrittore Antonio Mattone nel suo libro “La vendetta del boss”, «Salvia venne lasciato solo anche da morto, infatti il suo funerale non fu officiato dal cardinale Ursi, il sindaco Valenzi non sentì l’esigenza di andarci e, all’ultimo momento, anche il ministro di Grazia e Giustizia Sarti non vi partecipò. Inoltre, cosa più grave, lo Stato non si costituì parte civile contro gli assassini al processo».
Meloni: “Salvia è stato un grande italiano che non ha piegato la testa”
«Giuseppe Salvia è stato un grande italiano. Ha servito lo Stato con onore e non ha piegato la testa di fronte all’arroganza della camorra e di un criminale che, in quel preciso momento, credeva di essere intoccabile e al di sopra della legge. Giuseppe ha dimostrato che non era cosi’ e ha sfidato la criminalita’ organizzata a viso aperto. Ha fatto il suo dovere fino in fondo e il 14 aprile di 42 anni fa ha pagato questa scelta con la sua vita”. Giorgia Meloni ricorda cosi’ che “il sacrificio di Salvia non e’ stato vano” e cita la frase di Tolstoj ‘come una candela ne accende un’altra, e cosi’ si trovano accese migliaia di candele, cosi’ un cuore accende un altro, e cosi’ si accendono migliaia di cuori’ per dire che “Giuseppe Salvia e’ stato ed e’ una luce e cio’ che ha fatto nella sua vita ha illuminato e continua ad illuminare l’impegno di tanti. Perche’ il bene e’ contagioso, si propaga e cambia cio’ che raggiunge”. “L’Italia – riprende il presidente del Consiglio nel suo messaggio alla prima edizione del premio nazionale ‘Giuseppe Salvia’, promosso dall’Associazione nazionale polizia penitenziaria, tenutasi a Napoli – deve molto a persone come Giuseppe. Uomini e donne che amano le istituzioni e che ogni giorno si rimboccano le maniche per la collettivita’. Senza risparmiarsi mai, anche mettendo a rischio la propria vita”. “E’ l’Italia piu’ bella, e’ l’Italia migliore, e’ l’Italia di cui siamo orgogliosi. Giuseppe non ha mai smesso di fare il proprio dovere. Ed e’ probabilmente questo – conclude – il piu’ grande insegnamento che lascia a tutti noi: essere esempio e fare del nostro lavoro una missione al servizio dell’altro, mettendo sempre al primo posto il perseguimento del bene comune. Una sfida che dobbiamo avere il coraggio di cogliere ogni giorno”.
L’omaggio di Gasparri: “Giuseppe Salvia fu accusato di aver svolto il suo dovere”
«Riproponiamo alla memoria collettiva un eroe che tutti devono ricordare, Giuseppe Salvia, ucciso a colpi di pistola dalla camorra di Cutolo, “colpevole” di aver svolto il suo dovere, ha rappresentato i valori più alti della legalità all’interno del carcere di Poggioreale”. Così il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri intervenendo, a Napoli, alla celebrazione dell’ANPPE dell’anniversario dell’omicidio di Giuseppe Salvia vicedirettore del carcere di Poggioreale. «Purtroppo, la criminalità rimane una delle emergenze di questo Paese. Quindi non bisogna mai abbassare la guardia e mai si devono smantellare gli strumenti a nostra disposizione per fermare la criminalità organizzata, penso ad esempio al 41 bis, indispensabili per la sicurezza nazionale. Invece, dobbiamo rafforzare, il personale di polizia penitenziaria, baluardo di legalità e di sicurezza che voglio ringraziare con affetto per il difficile lavoro che svolge ogni giorno. Il governo si è attivato e già sta facendo tanto ma serve una marcia in più per non rendere vano il sacrificio di questi eroi indiscussi della legalità».