Giancarlo Giannini consegna alla Meloni l’Oscar della politica: “Mi piace da vent’anni, ha le idee chiare”

28 Apr 2023 9:09 - di Marta Lima

In una lunga intervista a “Libero” il grande attore italiano, Giancarlo Giannini, si spertica in lodi sul cinema italiano, soprattutto quello vintage, parla con un po’ di rammarico di un Oscar mai ricevuto e confessa, in politica, la sua ammirazione per Giorgia Meloni. A 80 anni compiuti lo scorso mese di agosto, Giannini è ancora una star internazionale e – come ricorda Daniele Priori su “Libero” – è reduce dall’assegnazione di una stella sulla Walk of Fame di Hollywood, inaugurata negli Usa pochi giorni prima della cerimonia per gli Oscar,  riconoscimento è toccato a due soli attori italiani nella storia: Rodolfo Valentino per il cinema muto, Giancarlo Giannini per quello sonoro. “La stella è meglio dell’Oscar perché con l’Oscar ti premiano per un film. Non me l’hanno dato per Pasqualino Settebellezze, mentre mi hanno dato la stella per tutta la mia carriera che brillerà nel cielo per sempre. Cosa vuole di più?”.

Giancarlo Giannini e la stima per Giorgia Meloni

Giancarlo Giannini, però, confessa anche una recente delusione subita dall’Italia, la defenestrazione dal Centro sperimentale del Cinema di Roma. “Ho avuto una motivazione per telefono. Ero lì da vent’anni. Ero anche nel Cda oltre che come tutor di recitazione. Oltre me hanno mandato via anche Dante Ferretti, Carlo Verdone. Nella telefonata mi hanno detto che ai nostri posti dovevano mettere tutte donne. Non mi hanno inviato nemmeno una letterina. Ma questo non è importante. Spero che le donne che metteranno siano brave. Di solito le donne sono sempre più brave. Lo diciamo noi uomini… per accontentarle”. A proposito di donne al comando, Giannini si sofferma sull’ascesa della leader di Fratelli d’Italia. “La Meloni l’ho conosciuta oltre vent’anni fa proprio al Centro Sperimentale. Era giovanissima e già faceva politica. Ricordo che tenne un discorso bellissimo, accorato. Da allora mi è sempre piaciuta. Mi piace anche adesso perché va avanti con le proprie idee. Mi piacciono le persone quando sono decise”.

Il cinema italiano, da Wertmuller a Fellini

L’attore ricorda i suoi grandi film con Lina Wertmuller, anche con aneddoti insoliti. “Pensi che Travolti da un insolito destino… ha avuto delle critiche pessime in Italia. Quando in America ha avuto grande successo, qui da noi hanno riscritto la critica. Son furbi gli italiani eh…”. Lina Wertmuller? “Una donna geniale, sottovalutata in Italia. Con me anche un po’ invidiosetta perché nei film che facevo con lei, i premi poi li davano sempre a me e io mi incazzavo anche un po’ perché, lo dico anche adesso e non me ne vergogno: se non ci fosse stata lei, non staremmo qui a parlare. Mi ha proprio inventato Lina. Del resto è stata aiuto di Fellini, di cui ero il fotografo. Si lasciava fotografare da me. Mi chiamava il pipistrello della notte. Tutti i grandi registi sono semplici, da Pasolini a Monicelli e Antonioni. Tutti semplicissimi. Fellini una volta, alle 4 del mattino, sul set di E la nave va mi fece vedere una stagnola con del parmigiano reggiano arrivato fresco fresco da Parma. Lo utilizzammo quella notte stessa. Così è rimasta anche una foto di Fellini che mangia le tagliatelle al ragù…”.

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