Dolore alla mano, tunnel carpale e artrosi: ecco quali sono le cause e che cosa accade
Ventisette ossa più trenta muscoli, innumerevoli legamenti e ben ventimila recettori tattili. Sono i numeri che definiscono ogni singola mano, un organo fondamentale innanzitutto perché, più di ogni altro, permette di entrare in contatto con il mondo che ci circonda. Nella vita quotidiana moderna si calcola che venga usato solo il 30% della possibilità di movimento delle mani, una possibilità spesso limitata dal dolore. L’artrosi, il tunnel carpale e la tenosinovite stenosante, meglio nota come “dito a scatto”, sono le cause più frequenti del dolore alla mano, un sintomo che può avere un impatto notevole sulla qualità della vita.
Dall’artrosi al tunnel carpale
Nella grande maggioranza dei casi, il dolore appare dopo i cinquant’anni, anche se attività che comportano movimenti ripetitivi e traumi possono anticipare notevolmente la comparsa dei sintomi. Nel caso dell’artrosi a fare male sono proprio le articolazioni delle dita, che appaiono rosse, gonfie e rigide. Quando il problema è il tunnel carpale, invece, il sintomo principale è il formicolio alle dita, unito alla perdita di forza. Questo è uno dei temi affrontati da Luca Vaienti, direttore di Chirurgia Plastica dell’Istituto Ortopedico Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
Il paziente può “aiutare” lo specialista
«Con i nuovi sistemi di accesso diagnostico – ha spiegato Vaienti – queste sindromi vengono conosciute sempre meglio. Un tempo erano generalmente definite artrosi e i pazienti erano sottoposti ad anni di dolore senza che venisse fatta una diagnosi certa».
Per Vaienti «il paziente può dare un grosso aiuto allo specialista se focalizza il tipo di disturbo che ha» e se riesce a «spiegare esattamente il tipo di sintomatologia».
In caso di artrosi, «si erode quella componente cartilaginea che evita che l’osso entri in contatto con l’altro capo. Sostanzialmente le artrosi avvengono soprattutto in quelle parti del corpo e in particolare della mano dove l’articolazione è sottoposta a maggior lavoro».
La sindrome del tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale «è molto frequente nelle donne, perché spesso è conseguenza della gravidanza», ha sottolineato. «Durante la gravidanza – ha continuato – c’è una ritenzione idrica molto importante e, nel momento in cui i liquidi accumulati nel corpo si riassorbono, nei punti dove ci sono strettoie anatomiche si creano specie di fibrosi. Dopo la gravidanza il canale si stringe e il legamento del polso si ispessisce». L’intervento viene svolto «attraverso varie metodiche. Un tempo si facevano incisioni lunghe. Adesso sono mini-accessi mirati, piccole incisioni sulla cute e un lavoro più esteso all’interno. Il concetto è quello di decomprimere il nervo mediano».
La tendinite e il dito a scatto
«Il dito a scatto è una tendinite delle dita», ha detto Vaienti, spiegando che si tratta di «tendiniti abitualmente non importanti ma che continuano. I tendini che corrono dentro i canali creano un attrito con le pareti e piano piano si crea una sorta di strettoia».
Come ci si può difendere? «Per il tunnel carpale – ha affermato – c’è poco da fare perché c’è una causa tutto sommato precisa. Per le tendiniti lo stretching delle dita è la prima terapia che i fisioterapisti della mano fanno fare, soprattutto quello in estensione». Nel mondo si parla di trapianto della mano. Sono stati compiuti passi in avanti? «Sono stati fatti grandi passi avanti. Ormai – ha spiegato – c’è un numero considerevole di persone trapiantate. C’è stata una fase pionieristica in cui si è cominciato con i mezzi e le conoscenze che c’erano soprattutto dal punto di vista immunologico e del rigetto. Adesso sono controllati meglio, soprattutto il tipo e il numero di pazienti». (ITALPRESS).