Diventano un caso le parole di Cardini sui giovani di Salò. Lo storico Gibelli: moralmente inaccettabile
Diventano un caso le parole pronunciate da Franco Cardini nel corso della trasmissione Otto e mezzo il 25 aprile. Parole sui giovani combattenti di Salò che andarono in buona fede ad arruolarsi e che in verità ricalcano il famoso discorso di Luciano Violante alla Camera nel 1996.
Altri tempi, oggi il neo-antifascismo che trasuda fanatismo e intolleranza preferisce verità irreggimentate. E così lo storico della Resistenza Antonio Gibelli apre il caso Cardini con una lettera a Luciano canfora: “Caro Canfora, ha sentito Franco Cardini su La 7 nel programma di Gruber? Una specie di apologia dei giovani della Rsi, mascherata da equanimità del giudizio storico a posteriori. Se non lo ha sentito, la invito a farlo. E poi a domandarsi se è possibile, e moralmente accettabile, collaborare con un tipo simile. Con un augurio di buon 25 aprile, cordialmente“.
Gibelli chiede insomma a Luciano Canfora se sia il caso di coinvolgere Cardini nella manifestazione “Storia in piazza”, organizzata ogni anno, dal 2010, a Palazzo Ducale a Genova e curata dallo stesso Cardini con Canfora.
Ecco cosa aveva detto Cardini: «Quei ragazzi, quelle persone, quei soldati sono stati spesso tutt’altro che degli aguzzini, tutt’altro che degli assassini, sono stati combattenti seri, onesti» ha detto il medievista fiorentino, riferendosi a «quegli italiani che hanno aderito alla Rsi, giovani che si erano trovati traditi e abbandonati dal re». Nell’acceso dibattito con la storica Nadia Urbinati e con l’ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro, Cardini ha aggiunto: «Anche i ragazzi di Salò, quando sono andati a combattere, erano in buona fede».
Ora, per quelle parole, lo storico Gibelli invoca una sorta di fatwa, pretende cioè che uno storico non si occupi di storia perché non la pensano alla stessa maniera. Un dibattito, questo, che va al di là del 25 aprile e che riguarda la pretesa di fare dell’antifascismo una sorta di religione civile trattando come eretici da “rieducare” coloro che non aderiscono in modo fideistico.