Anche il Pd antimafia piange: Chinnici, figlia dell’ideatore del pool di Palermo, va con FI

27 Apr 2023 10:46 - di Francesca De Ambra
Chinnici

E ora che gli addii al Pd targato Elly Schlein sono saliti a quattro si può parlare di fuga con prospettiva da esodo. Prima Beppe Fioroni, poi Andrea Marcucci, quindi Enrico Borghi e, appena ieri, l’eurodeputata siciliana Caterina Chinnici. Un addio pesantissimo, il suo. Soprattutto sotto l’aspetto simbolico. È infatti la figlia di Rocco Chinnici, magistrato, inventore del pool antimafia a Palermo, ucciso da Cosa Nostra con un’auto imbottiva di tritolo (75 Kg) fatta esplodere davanti casa sua. Ma anche il profilo politico di questa defezione merita sottolineatura. Basti pensare che un anno fa l’eurodeputata contendeva la presidenza della regione Sicilia a Renato Schifani.

Caterina Chinnici è eurodeputata

Ora, invece, i boatos provenienti dall’Isola indicano proprio il governatore come l’ispiratore della manovra che ha portato la Chinnici ad aderire a Forza Italia. Al momento, dal Pd non arrivano ancora reazioni ufficiali. Ieri, del resto, quando ha cominciato a circolare la notizia dell’abbandono dell’eurodeputata siciliana, i dirigenti del partito erano ancora impegnati a commentare l’addio del senatore Borghi. C’era chi parlava di fatti isolati, chi giurava sulla piena agibilità politica per  riformisti e cattolici e chi insinuava che alla Schlein convenisse, in fondo, fare ben poco dal momento che il suo progetto consisterebbe nel rendere il Pd una sorta di Sel più grande.

Riformisti e cattolici in uscita dal Pd targato Schlein

Questo, però, valeva ieri. L’addio della Chinnici, proprio per la sua altissima valenza simbolica, potrebbe invece far scattare l’allarme. Sia come sia, ad osservare con interesse i tormenti dem è un po’ tutta l’altra sinistra, seppur per motivi opposti. Renzi attende che lo stillicidio si trasformi in esodo nella speranza di restituire fiato e vigore all’ormai spompato Terzo polo, mentre Conte potrebbe enfatizzare ancor di più il massimalismo pentastellato su ambiente e guerra spingendosi fin dove la Schlein non può inseguirlo. In tutto questo, l’appello all’unità della sinistra rivolto ai leader di Pd e M5S da tre intellettuali – Domenico De Masi, Maurizio de Giovanni e Aldo Schiavone – rischia di apparire decisamente fuori sincrono.

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