Dopo Fioroni anche Borghi fa “bye bye” a Elly Schlein: «Il suo Pd è un partito estremista»

26 Apr 2023 8:46 - di Michele Pezza
Borghi

Lascia Elly Schlein per abbracciare Matteo Renzi. Il motivo? Il partito «è diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana che non fa sintesi e non dialoga». A sbattere l’uscio del Pd, attraverso un’intervista a Repubblica, è il senatore Enrico Borghi, tra i pochi superstiti della sparuta pattuglia catto-dem. Da poche ora ha aderito a Italia Viva, sigla con cui spera di dare vita ad «un nuovo progetto riformista alternativo alla destra e distinto da questo Pd». Nei confronti del suo ormai ex-partito, Borghi è tutt’altro che tenero. Alla Schlein imputa infatti di aver impresso una  «mutazione genetica» che ha trasformato il Pd «da partito riformista a un partito massimalista di sinistra».

Borghi ha aderito a Italia Viva

È, invece, all’elettorato centrista che lui vorrebbe guardare. E per un obiettivo ben preciso: «Impedire che vada in porto il progetto di Giorgia Meloni di lanciare un opa sui moderati italiani». Il disagio espresso dal senatore è comune agli altri esponenti dell’area cattolica. Il primo a parlarne, mesi fa ormai, fu Pierluigi Castagnetti, ma rimase inascoltato. Poi è toccato all’ex-ministro Beppe Fioroni lasciare il Pd all’indomani della vittoria della Schlein alle primarie e ora, appunto, a Borghi, che alla neo-segretaria contesta anche i «silenzi». «In politica – assicura – contano più delle parole pronunciate». Soprattutto se confrontati alla loquacità sfoggiata su altri temi, tra i quali il parlamentare cita l’«utero in affitto».

«Dem orientati da poteri esterni»

Una disparità che gli fa ipotizzare che «c’è un percorso di omologazione culturale, dettata da poteri esterni, che parla di deboli e poi agevola proprio lo sfruttamento dei più deboli». Borghi, che ha già precisato che non lascerà il Copasir, non pensa a complotti, ma è critico verso questa «spinta fortissima a parlare di diritti sganciata dai doveri» che arriva dagli Usa. La sua conclusione fotografa bene il nuovo corso del Pd. Eccola: «Schlein sostiene la narrazione di una politica anticapitalistica e pauperista, ma ricordo che il sistema in cui viviamo, quello occidentale, è l’unico che mette insieme democrazia, politica sociale e diritti».

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