Vittoria del governo: no allo stop alle auto a benzina e diesel. FdI: “Abbiamo svegliato l’Europa”

1 Mar 2023 18:09 - di Alberto Consoli
Auto benzina diesel

Una vittoria dell’Italia: no allo stop alla vendita dei veicoli a benzina e diesel dal 2035. La netta posizione adottata dal nostro Paese si è rivelata utile per porre un freno all’ultima eurofollia relativa al possibile blocco definitivo alla vendita di auto e altri veicoli inquinanti (alimentati a benzina e diesel) di nuova immatricolazione a partire dal 2035. Alla vigilia della riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti in Ue (Coreper I) chiamata a dare il via libera finale al regolamento europeo, l’Italia riapre una partita. Che, dalle parti della Commissione, davano per chiusa. “I target ambientali vanno raggiunti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, aveva invece spiegato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Pichetto Fratin. Annunciando la posizione contraria che l’Italia avrebbe poi espresso a Bruxelles. Il  governo di centrodestra ha sempre  annunciato il suo parere contrario. E questa mattina il voto degli ambasciatori dell’Unione europea sullo stop dal 2035 alla vendita di nuove auto a motori termici, previsto inizialmente per oggi, è stato rinviato alla giornata di venerdì.

Auto, Urso: “Abbiamo svegliato l’Europa”

Adolfo Urso ha rivendicato su Twitter la mossa dell’Italia che ha per il momento scongiurato una scelta deleteria per l’Italia e per la stessa Europa: “Con il nostro No abbiamo svegliato l’Europa. Speriamo che altri comprendano che è l’ora della ragione non certo della rassegnazione! Su tutti i dossier saremo in campo sino alla clausola di revisione del 2026. Cambiare si può“. Lo scrive il ministro delle Imprese e del Made in Italy. Sul tema del termine al 2035 per la cessazione della produzione dei motori endotermici “la presa di posizione cosi chiara e netta” dell’Italia insieme ad altri Paesi “hanno indotto a una ulteriore riflessione su una tematica che è dirimente. Non soltanto sull’automotive ma sulla politica industriale che l’Europa deve mettere in campo”.  C’è quindi in corso una sorta di “ripensamento” perché si sta prendendo atto della realtà.

Fidanza: “Serviva il nostro coraggio per fermare l’ennesima eurofollia green”

Esulta il capodelegazione di Fdi- Ecr e componente della commissione Trasporti del Parlamento Europeo, Carlo Fidanza. “Il via libera (quasi) definitivo allo stop delle auto a benzina e diesel dal 2035 viene rinviato a venerdì. Decisivo il no del governo Meloni e i dubbi della Germania“, afferma via social. “Serviva il nostro coraggio – continua – per provare a fermare l’ennesima eurofollia green. Che sarebbe un colpo mortale per migliaia di aziende dell’indotto e ci consegnerebbe mani e piedi alla Cina. Obbligando i cittadini a comprare auto che ancora in molti non si possono permettere. Esistono altre soluzioni per ridurre le emissioni inquinanti e tutte devono essere consentite”.

Italia, Germania, Bulgaria e Polonia decisive per bloccare l’iter

Una posizione che rischia di far traballare notevolmente il Regolamento: al ‘no’ di Roma vanno infatti aggiunti i dubbi di Berlino e le posizioni di Bulgaria e Polonia, rispettivamente astenuta e contraria al Coreper che, a novembre, diede luce verde all’intesa. Messi insieme, i quattro Paesi costituirebbero un blocco di minoranza decisivo per stoppare l’iter. Ecco perché il via libera all’accordo raggiunto da Consiglio e Parlamento Ue avrebbe seriamente rischiato di non ottenere la maggioranza qualificata per l’adozione finale. Di qui lo slittamento. Ora il testo è tornato in bilico.

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