Strage di Brescia, Mantovano sbugiarda “Repubblica”: «Palazzo Chigi sarà parte civile»

23 Mar 2023 13:22 - di Redazione
Palazzo Chigi

La solita tempesta in un bicchier d’acqua, scatenata dalla solita Repubblica (edizione online, in questo caso) con obiettivo il solito indirizzo: Palazzo Chigi. Il casus belli, questa volta, è la mancata costituzione di parte civile della presidenza del Consiglio dei Ministri nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia, avvenuta a Brescia il 28 maggio 1974. Nelle prime battute dell’udienza preliminare, oltre alle famiglie delle vittime, risultano costituiti solo il Comune di Brescia e le sigle sindacali che avevano indetto la manifestazione il giorno della strage. In realtà, a svelare l’arcano, sarebbe bastata una telefonata a Palazzo Chigi.

«Palazzo Chigi non ha ricevuto alcun avviso»

Come ha infatti chiarito in una nota il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, Palazzo Chigi «non ha ricevuto nessun avviso riguardante la fissazione dell’udienza preliminare del processo a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, imputati per la strage di piazza della Loggia». Nessun rifiuto e nessuna dimenticanza, dunque, ma solo un difetto di notifica. E l’assenza è rimediabile. Infatti, sempre Mantovano, ha annunciato che l’Avvocatura dello Stato, «su mandato della stessa Presidenza del Consiglio, chiederà al Gup di Brescia la rimessione in termini ai fini della costituzione di parte civile, che seguirà non appena la rimessione sarà concessa».

Traquillizzati i familiari delle vittime

Nessuna carenza di mandato, dunque. La precisazione del sottosegretario dovrebbe spazzare via ogni dubbio e, soprattutto, dovrebbe tranquillizzare i familiari delle vittime della strage. Occorre, anzi, sottolineare come, neanche per un attimo, la loro Associazione abbia ceduto alla suggestione agitata dal titolo di Repubblica.it. Il suo presidente Manlio Milani aveva infatti messo in conto che l’assenza potesse scaturire proprio dal mancato avviso da parte dell’autorità procedente. «Mi auguro – aveva infatti concluso Milani – che nel giro di pochi giorni venga chiarita questa situazione». Palazzo Chigi lo ha fatto anche prima.

 

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