Si chiama Baldino la nuova Taverna del M5S. Show contro Salvini: «Coniglio, perché fuggi?»
Fu ottima profeta la grillina Paola Taverna nel congedarsi dai suoi aficionados. Ne fa fede l’ultimo post da senatrice vergato sul proprio profilo Fb. Eccolo: «Sorrido pensando che forse l’eco delle mie urla continuerà a sentirsi ancora per qualche tempo a Palazzo Madama!». E così è stato, con l’unica, piccola variante che le nuove urla invece di atterrire i senatori assordano i deputati. La reincarnazione della Taverna, già a sua volta clone mal riuscito della mitica “onorevole Angelina” immortalata da Anna Magnani, siede infatti alla Camera. Si chiama Vittoria Baldino e oggi, con accanto Conte, si è prodotta uno show in piena aula che ha rinverdito gli epici fasti del Vaffa delle origini.
Il M5S torna ai “fasti” del Vaffa
Intendiamoci, sparacchiare su due ministri al prezzo di uno è tentazione irresistibile per chiunque. Figuriamoci per una che indossa la casacca a 5Stelle in una fase in cui c’è da reggere l’urto nei sondaggi della concorrenza del Pd a trazione-Schlein. E allora via libera ad urla e insulti all’indirizzo di Piantedosi («parafulmine politico») e di Salvini («coniglio»), entrambi accusati, neanche troppo velatamente, di essere i responsabili della strage di Cutro. Certo, di polemiche sopra le righe abbondano i resoconti parlamentari, e chi in materia è senza peccato scagli la prima pietra. Ma oggi la Baldino ha dato punti persino alla profetessa Taverna.
La Baldino ha attaccato anche Piantedosi
Specie quando ha inquadrato nel mirino il malcapitato Salvini, per altro assente. Anzi proprio perché assente: «Ma dov’è? Perché continua a scappare dal Parlamento come un coniglio? Se non sa prendersi le sue responsabilità, si guardi allo specchio e si dimetta». Una raffica che non avrebbe nulla da invidiare a quelle che faceva partire John Dillinger dal proprio mitra. Ma tant’è: la Baldino è convinta che Salvini, che ha la delega ai porti, si sia volutamente eclissato lasciando il «parafulmine» Piantedosi ad incassare il solito bendiddio di accuse e di insulti tipica di un’aula parlamentare quando lo scontro politico è al suo zenit. Il resto è venuto da sé. Con stile, appunto, da… Taverna.