Open Arms, il comandante di fregata Pellegrino: “Nessuna comunicazione di pericolo imminente”

24 Mar 2023 13:20 - di Alessandra Parisi

Nuovo udienza del processo Open Arms nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo a carico di Matteo Salvini, presente in aula. Il dibattimento è iniziato con la deposizione del capitano di fregata Andrea Pellegrino. Che riporta quanto accaduto la mattina del primo agosto di quattro anni fa. Quando un sommergibile della Marina vide la nave di Open Arms che soccorrere una sessantina di migranti in alto mare.

Open Arms: non si è mai parlato di pericolo imminente

“Per quanto di mia diretta conoscenza in nessun momento si parlava di un pericolo imminente sulla imbarcazione”, dice Pellegrino che all’epoca era in ufficio alla Capitaneria di porto. “Il comandante non ha segnalato perché non c’era una situazione di pericolo da segnalare, per quanto ho visto dalle immagini. Tant’è che nella mia relazione di servizio non si parla di un evento di soccorso. Ma di trasbordo di migranti, sulla base di valutazioni fatte in loco da chi ha una visione diretta del fatto”.

Nella relazione non si parla di soccorso ma di trasbordo

“Non parlavo direttamente con il sottomarino, non avevo contatto diretto”, dice ancora il capitano. “La mia relazione di servizio segue sostanzialmente la valorizzazione degli elementi informativi raccolti in loco dal sottomarino Venuti. Se avessi avuto la benché minima impressione di un pericolo di vita avrei dato notizia agli organi competenti. Ho l’obbligo di gestire e intervenire quando c’è una situazione di imminente pericolo”. “Il sottomarino lo ha fatto?”, chiede il pm Geri Ferrara. “Se vede una barca con 60 persone nel Mediterraneo interviene o no a recuperarli?”, incalza il pm.  “Se ritengo che c’è un pericolo sì”, risponde il capitano di fregata. “Altrimenti mi interesserebbe più comunicare la presenza alle autorità deputate per legge a effettuare il soccorso”. La pubblica accusa e le  parti civili cercano di capire se nella linea gerarchica ci fosse anche il ministro Salvini.

“Non so cosa ha visto il comandante di Open Arms”

Poi Pellegrino aggiunge particolari che confermano l’assenza di comunicazioni di pericolo imminente. “Cosa è stato visto dal comandante di Open Arms io non lo so. Mi è stato comunicato che c’era un barchino in legno con persone a bordo in una determinata situazione. Era un barchino che era stato segnalato insieme con altri due vettori che salivano verso Nord. Già dalla mattina ed era stato segnalato da un velivolo che segnalava alle 8 e alle 10. Poi alle 13 e alle 15 un vettore che navigava in buone condizioni di galleggiabilità”. Pellegrino insiste: “Se avessi visto il minimo pericolo sarei intervenuto”.

Esposto contro l’intero equipaggio del sommergibile Venuti

In udienza sarà ascoltato come testimone anche il  fondatore di Open Arms, Oscar Camps, sarà sentito oggi come testimone. A causa del mancato intervento del sommergibile oggi è stato presentato ora un esposto alla Procura di Roma e alla Procura militare per omissione di atti d’ufficio nei confronti dell’intero equipaggio del “Venuti”: 35 militari.

Tensione in aula tra accusa e difesa

Non sono mancati momenti di tensione e scintille durante il processo a carico del ministro Matteo Salvini, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno. Accusato di sequestro di persone e rifiuto di atti di ufficio. Dopo diverse opposizioni de difensore Giulia Bongiorno alle domande incalzanti del pm Geri Ferrara al capitano di fregata,  il magistrato ha chiesto al presidente della Corte Roberto Murgia di intervenire. E Giulia Bongiorno ha replicato: “Il pm è polemico”. Immediata la risposta di Ferrara: “Polemico lo va a dire a qualcun altro. Ma lei non mi fa fare le domande perché mi interrompe in continuazione”. A quel punto il presidente Murgia ha sospeso per dieci minuti l’udienza. E ha chiamato al banco accusa e difesa. L’udienza è ripresa da pochi minuti per proseguire con la deposizione del capitano Pellegrino”.

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