Open Arms come un disco rotto: “Piantedosi non ci convince, violazioni dei diritti decise a tavolino”

7 Mar 2023 19:16 - di Alessandra Parisi

Open Arms torna a ruggire. E non poteva essere diversamente: l’informativa del ministro Piantedosi sulla strage di Cutro non è piaciuta all’organizzazione non governativa spagnola, da sempre con il dente avvelenato contro la destra. E oggi schiumante rabbia contro il premier Meloni. “Le politiche italiane ed europee di questi ultimi anni rappresentano un capitolo drammatico della nostra storia. La verità è che le violazioni dei diritti e della vita sono state sistematiche. E decise a tavolino sulla pelle della povera gente. Le stesse per cui ci indigniamo quando muoiono o vengono perseguitate nei loro Paesi di origine”. Così Veronica Alfonsi, presidente di Open Arms Italia.

Open Arms contro Piantedosi: l’informativa non ci convince

Ossessionati da Salvini, che hanno portato a processo, i militanti della ong non cambiano bersaglio. “Chi viaggiava sull’imbarcazione naufragata a Crotone veniva prevalentemente dall’Afghanistan. E sappiamo bene cosa è accaduto lì due anni fa e per responsabilità di chi”. L’intervento in Aula del capo del Viminale – prosegue Alfonsi – non ci ha convinto affatto. Sono state dette molte parole, ma di fatto non ci ha spiegato perché quelle persone non sono state soccorse”. La chiamata in causa di Frontex, che non ha lanciato alcun allarme, non basta a Open Arms. “Ha sostenuto che l’assetto aereo monitorava l’imbarcazione e non riteneva che fosse in pericolo. Un’imbarcazione evidentemente sovraccarica in condizioni meteo evidentemente proibitive non doveva essere considerata in pericolo? E come mai le motovedette della Guardia di finanza sono dovute rientrare se le condizioni meteo erano buone?”.

Sabato anche i militanti della Ong in piazza a Crotone

Neppure le considerazioni del ministro Piantedosi sul ruolo strategico della Guardia Costiere sono di loro gradimento. “Nessuno più di noi è consapevole del lavoro che svolge la Guardia costiera”, dice la numero uno italiana di Open Arms. “Fino al 2018 le navi umanitarie hanno collaborato con la Guardia costiera. Con l’obiettivo comune di soccorrere il maggior numero di persone possibile. Il problema non è la Guardia costiera. Ma quali indicazioni vengono date dai ministeri competenti. Non uscire oltre le 12 miglia nautiche, non intervenire finché non è strettamente necessario e così via”. Neanche a dirlo sabato prossimo l’organizzazione non governativa, ossessionata dal Viminale e dall’ex ministro Salvini, scenderà in piazza a Crotone. Per chiedere “verità e giustizia” per le vittime dell’ennesima strage di migranti. “Speriamo che a sfilare siano in tanti. Speriamo di non dover più assistere a tragedie simili, ma soprattutto speriamo di non dover tornare in mare da soli”.

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