Musica, Meta fa saltare l’accordo con Siae: via le canzoni italiane da Facebook e Instagram
È scontro tra Meta e Siae sul tema dei diritti d’autore per la musica condivisa sulle piattaforme del gruppo. La società di Mark Zuckerberg ha annunciato che «non siamo riusciti a rinnovare l’accordo» e che per questo, a seconda del social, bloccherà o silenzierà tutti i contenuti del repertorio Siae. Una decisione che ha suscitato «sconcerto» nella Siae, che di fatto adombra il ricatto: «Siae – si legge in una nota – non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana».
Meta blocca il repertorio Siae su Facebook e Instagram
Meta ha lamentato l’impossibilità di raggiungere un accordo, rivendicando che «la tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale». Il risultato sarà che, mentre i brani che non rientrano nel repertorio Siae continueranno a essere disponibili nella libreria musicale di Meta, quelli che ne fanno parte saranno bloccati su Facebook e silenziati su Instagram, dove gli utenti potranno eventualmente sostituirli con tracce audio disponibili sul catalogo Meta. Dunque, l’impatto sarà tanto sui Reels e sulle Stories di entrambe le piattaforme quanto sui Feed di Instagram.
Un portavoce della società: «Cercheremo ancora l’accordo»
«Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano», ha poi aggiunto un portavoce di Meta, che, reclamando di avere «accordi di licenza in oltre 150 Paesi nel mondo», ha assicurato che «continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti».
La Siae: «Decisione unilaterale che lascia sconcertati»
Né Meta né la Siae hanno chiarito su cosa nello specifico si sia incagliata la trattativa, ma la Società italiana degli autori e degli editori ha parlato di una decisone della controparte «unilaterale e incomprensibile» e che «lascia sconcertati». Alla Siae, si legge nella nota della Società, «viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta, prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio». «Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo – ha chiarito ancora la Siae – è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti».
«Sfruttano la posizione di forza per risparmiare a danno dell’industria creativa italiana»
La decisione di Meta, ha proseguito ancora la Siae, «colpisce, considerata la negoziazione in corso, e comunque la piena disponibilità di Siae a sottoscrivere a condizioni trasparenti la licenza per il corretto utilizzo dei contenuti tutelati». Un’apertura «dimostrata dal fatto che Siae ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023», sottolinea ancora il comunicato, che avverte: «Siae non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana».
Mollicone: «Meta si fermi, il Parlamento reagirà»
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone. «Meta – ha detto – fermi immediatamente la rimozione dei contenuti degli autori ed editori Siae dalle proprie piattaforme, proprio nel momento in cui si sta trovando un accordo di mediazione per superare il divario di valore per l’industria creativa». «Evidentemente Meta, su cui ancora grava l’apertura di un fascicolo a Milano per omesso versamento dell’Iva vuole imporre le proprie condizioni sfruttando la propria posizione dominante», ha commentato l’esponente di FdI, avvertendo che «i principi sanciti dalla direttiva Copyright devono essere seguiti dalle piattaforme digitali». «Presenteremo ora una risoluzione urgente a sostegno degli autori italiani che sarà in discussione la prossima settimana. Il Parlamento – ha concluso Mollicone – reagirà immediatamente, chiediamo al governo di fare lo stesso».