La Corte francese sta per decidere sulla sorta di Pietrostefani, un altro beneficiario della “dottrina Mitterrand”
Domani la Corte di Cassazione francese dovrà decidere se accogliere il ricorso della procura generale, consentendo l’estradizione di dieci terroristi rossi, tra i quali spicca il nome di uno dei mandanti dell’omicidio Calabresi, Giorgio Pietrostefani, seppellendo o meno la dottrina Mitterrand.
Quella stessa dottrina enunciata dal grande leader socialista nel febbraio del 1985 grazie alla quale già in precedenza le porte d’Oltralpe erano state aperte a tante persone colpevoli di gravi reati o di essere funzionali all’eversione. Purché innocui per la Francia e purché di sinistra, naturalmente.
Toni Negri, Franco Piperno, Lanfranco Pace, Oreste Scalzone, per citare le menti più vivaci di quel periodo, trovarono accoglienza dai cugini sfuggendo ad ordini di cattura internazionale. Non c’era all’epoca l’Europa e pare non ci sia ancora adesso se condanne definitive per reati di sangue possono essere bloccate dalla giustizia interna.
Giorgio Pietrostefani ha quasi ottant’anni ed è assai probabile che rimanga dove è, lasciando a Sofri e Bompressi la colpa dell’assassinio dell’allora capo della squadra mobile milanese, accusato da Lotta Continua di essere il responsabile della morte dell’anarchico Pinelli.
Cesare Battisti, che da qualche anno è finalmente in galera, ha usufruito, prima dell’ulteriore alloggio in Brasile, di un lungo periodo di residenza transalpina. Francois Mitterrand, l’uomo della Rivoluzione moderata, che si insediò il 1981 all’Eliseo per soggiornarvi quattordici anni ( poi il mandato è stato ridotto a cinque anni ) era stato un uomo di Vichy..
Di famiglia cattolica, appoggiava, come scrisse autorevolmente Jean Penn, il maresciallo Petain . E si rifiutò il 1992 di concedere un diritto elementare agli ebrei rastrellati dal governo collaborazionista che affiancava l’occupazione nazista. Nonostante un passato torbido, Francois le Roi fu obliquo e pronto ad accettare la merce proveniente dal confine italiano. E ne garanti la protezione, così come fatto con Pietrostefani, consentendo di evitare condanne durissime in età ancora giovane.
L’elenco sottoposto domani alla suprema corte francese comprende un lungo rosario di attivisti e riconosciuti assassini. Deleuze avrebbe sostenuto legittimamente che quegli uomini non esistono più, che sono altre persone. Certo, è così, ma l’alleanza tacita con la Francia ha fatto da passaporto a criminali come Achille Lollo o Alessio Casimirri. Ha riabilitato senza pena campioni del pensiero unico tornati a fare gli autori per prestigiose televisioni o i docenti universitari.
Mitterrand, che pure avrà un ruolo fondamentale per la socialdemocrazia europea, si porta dietro quel passato da collaborazionista che gli valse addirittura l’onorificenza più ambita di Vichy, la Franciscka, prima di mettere i piedi nella Resistenza.
Gli anni di piombo che a volte tracimano ancora polemiche e rabbia, consegnano questo lasciapassare francese che interferì violentemente contro la ricerca della verità. È difficile fare previsioni sulla decisione di domani, conseguenza giuridica di quegli arresti a cui Macron diede via libera il 2021.
L’avvocato generale ha proposto di respingere l’appello e se così sarà per Pietrostefani e le altre persone coinvolte, alcune delle quali condannate per omicidio nei confronti di rappresentanti di forze dell’ordine e industriali, l’impunità diventerà certezza. Chiudendo la pagina di un terrorismo vissuto con il beneficio del salvacondotto. L’ultima operazione militare dell’uomo di Vichy.