Attacchi a Piantedosi? Non cascateci, a turno impallinano tutti i ministri. Ne vedrete ancora delle belle

10 Mar 2023 13:06 - di Carmelo Briguglio
Piantedosi ministri

Ora che si é tenuto il Consiglio dei ministri a Cutro, con immagini e vociare – quanta fatica caro Sechi ! – che dicono tutto, chiedetevi a freddo: cos’é stato davvero l’attacco furibondo delle opposizioni al ministro Piantedosi, al di là della dolorosissima storia di quei poveri migranti, morti “spiaggiati”, a pochi metri dalla riva. No, non aggiungo parole a parole: mi sposto. Per una riflessione, certo più leggera, sulla squadra di governo.

Piantedosi? Sparano contro tutti i ministri, a turno

Temo sia stato soltanto un cinico capitolo dell’opposizione politica e mediatica; il fluire, condito da retroscena avvelenati, di un’agenda fissa che non potete cambiare: é l’ “hocus pocus”, la ripetuta formula magica dell’inadeguatezza scagliata contro Questo, Quello e Tutti dell’esecutivo Meloni; che, pronunciata da colleghi e sodali di Gualtieri all’Economia, Bonafede alla Giustizia e Toninelli a Ponti e Porti, fa uno strano effetto: che incantesimo potrà mai produrre? Vogliamo prendere per buona che i meloniani doc – ministri, vice e sottosegretari – non sono all’altezza ? Gli vogliamo fare crocifiggere, oltre La Russa, che guida il Senato a modo suo, ma sempre nella Costituzione e pro minoranze avverse, Lollobrigida: (lo descrivono come un Falcone Lucifero, ma il curriculum politico ce l’ha, eccome); Urso (ministro di azione e pensatoio), Musumeci (parentetico e rimpianto governatore-galantuomo); Ciriani (formato sul confine orientale, caro ai “destri”) o i Meloni-boys alla Del Mastro et cetera; non lo posso capire, ma vado nel campo loro: non piacciono “di là”, perché cresciuti nella serra calda della destra di partito o tra i giovani con la fiaccola. Ah certo, per gli interessati, é un’onorificenza, un medaglione essere nel mirino dei columnist debenedettini. Sparino pure. Li sorregge un’antiqua lex (ma non la trovate nei libri di Parlato e Baldoni, eh): “il peggiore dei nostri é il migliore del migliore dei loro”. Testamento del primo segretario giovanile missino, il povero Roberto Mieville, morto prima che io nascessi: esagerazione mistica, figlia del tempo che fu. Ma tant’è.

Controprova: attaccano pure i ministri non di partito

Ora, dico, se dopo tanto rancore “antifa” verso il ceto politico “post-fascista” come vi piace dire, ve la prendete poi con le altre antropologie di governo, che con la forma-partito hanno poco o niente a che fare, che vuol dire ? Ecco il punto. Sotto l’artiglieria delle redazioni di Gedi Corporation é messa non solo la genìa della fiamma, ma figure che nulla o poco hanno a che vedere con militanze attive. Prendete il Guardasigilli Nordio. Lo avete visto anche nella conferenza stampa di Cutro: così austero, magistratuale, sapiente delle cose sue, garantista e liberale. Che vanta saggi di diritto e decine di fondi per il blasonato quotidiano di Caltagirone: é sottoposto da mesi a scariche di fucileria giornalistica e a male “promesse” anarchiche. Continueranno a puntarlo. Finché Cospito non mollerà l’osso dell’autolesione, non desisteranno, vedrete.
Il ministro dell’Istruzione e Merito, il sussiegoso Prof Valditara, con carte di ordinario accademico e credenziali di ex moderato finiano, prima di salire sul Carroccio?Sparato pure lui: hanno difeso una preside che soltanto preside non era; ora lo sappiamo: era una di loro.

Ministri impallinati dalle opposizioni, a turno. Non solo Piantedosi

Al ministro della Cultura, Genny Sangiuliano, ex direttore del Tg2, non perdonano non tanto i trascorsi di ragazzino al Fronte della gioventù; ma supposte mire egemoniche – di cultura parliamo – e posture bottaiane: si muove troppo, minaccia, con cognizione di causa e uno scaffale di libri scritti, il radicamento progressista coltivato negli anni in parchi, musei, luoghi della cultura. Manco il mito dei tributaristi e dei lettori del “Sole” Maurizio Leo, plenipotenziario di Giorgia al fisco, sfugge: é un favoreggiatore del ceto medio riccastro. Bum bum. Stessa sorte per la mite Calderone; l’hanno spellata e gettata, insieme al coniuge, nel pentolone dei condannati: la ministra del Lavoro taglia il Reddito ed esclude i “single”. Persino la Roccella, che viene da tutt’altra storia, é lanciata dalla rupe del laicismo. E, presto o tardi, toccherà a Mantovano che tiene il filo con l’Oltretevere, oltre che con i Servizi.

Piantedosi e ministri: l’opposizione non ascolta, ha la sua versione in testa

Certo, al momento il privilegiato di tante cure é il Prefetto-Ministro, mutato in cattivo Ministro-Prefetto. Di serie B, scrive poco generosamente uno, spesso misurato e in controcanto, come Giuliano Ferrara. Non la penso come lui: ho visto e sentito la sua ricostruzione meticolosa dei fatti di Cutro in Parlamento. Difficile contestarla. Ma quanti “contras” lo hanno davvero ascoltato? Niente da fare. Di versione dell’accaduto ne hanno una loro in testa: da quel copione mentale non si discosteranno mai. Hai voglia, cara premier, a metterti a tu per tu con i ”colleghi” della stampa, a spiegare e dettagliare, come ieri. Tutto inutile. Ecco: colpire tutti. A turno. Il presepio del governo Meloni non gli piace; non gli piacerà mai. Non cascateci: é e sarà sempre così. Avete visto; vedrete ancora.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *