Preso il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito: lo hanno catturato mentre aspettava un taxi
È finta la fuga di Massimiliano Sestito, il killer della ‘ndrangheta che era evaso dai domiciliari a Pero, nel Milanese, il 30 gennaio. Sestito è stato rintracciato ed arrestato dai carabinieri presso la Stazione Circumvesuviana di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. L’operazione è stata condotta dagli uomini dell’Arma di Milano, con il supporto dei colleghi napoletani.
Piantedosi: «Operazione importante, latitanza interrotta in tempi brevi»
«Complimenti» all’Arma dei Carabinieri per la cattura del «pericoloso esponente della ‘ndrangheta» sono arrivati dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha sottolineato «l’importanza di una operazione che ha consentito di interrompere in tempi brevi la latitanza del criminale già condannato a trenta anni per l’omicidio di un Carabiniere e che era fuggito in attesa del verdetto della Cassazione per un altro omicidio».
Ferro: «Un segnale importante, lo Stato non molla»
«In pochi giorni di serrate indagini il killer di ‘ndrangheta Massimiliano Sestito, evaso dai domiciliari dopo essersi liberato del braccialetto elettronico, è stato nuovamente catturato. Si tratta di un’operazione di straordinaria importanza anche dal punto di vista simbolico, perché dà un segnale di fiducia ai cittadini, dimostrando che lo Stato non molla la presa nei confronti dei mafiosi», ha commentato il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, rivolgendo a sua volta le sue «congratulazioni all’Arma dei Carabinieri».
Catturato mentre aspettava un taxi
Sestito, 51 anni, era da solo davanti alla stazione della Circumvesuviana di Sant’Anastasia e aspettava un taxi quando è stato arrestato dai Carabinieri di Milano. Sestito non era armato. Non si sa al momento da dove provenisse. Con sé aveva il documento del fratello. Fondamentali per l’individuazione sono state le attività tecniche e di “web patrolling”.
La fuga dai domiciliari, a pochi giorni dall’attesa sentenza di Cassazione
è stato condannato per l’omicidio del carabiniere Renato Lio, avvenuto nel 1991 a Soverato e poi all’ergastolo per l’assassinio del boss della ‘ndrangheta Vincenzo Femia, compiuto a Roma nel 2013, mentre era in permesso premio. Scarcerato e posto ai domiciliari a casa del padre il 12 gennaio, per aver finito di scontare la pena per l’assassinio di Lio, è attualmente in attesa della sentenza della Cassazione sull’omicidio Femia. Prevista per ieri, 3 febbraio, la sentenza è stata rinviata al 28 febbraio. La procura generale della Suprema Corte ha chiesto nell’udienza di rigettare i ricorsi presentati dalla difesa, confermando le condanne dell’Appello ter all’ergastolo. Ad accorgersi dell’evasione sono stati i carabinieri della compagnia di Rho, durante i controlli di routine. Successivamente i militari hanno appurato che Sestito aveva manomesso il braccialetto elettronico.