Insetti a tavola, ora si profilano i consumatori. In Italia l’85% delle donne e il 75% degli uomini dice no

7 Feb 2023 13:41 - di Gigliola Bardi
consumatori insetti

In Italia l’85% delle donne e il 75% degli uomini rifiuta l’idea di mangiare insetti. È quanto emerge da uno studio realizzato dalle università di Pisa, Parma, Ghent in Belgio, Cornelle negli Usa e Nanjing in Cina e pubblicato sulla rivista Plos One. La ricerca, condotta su un campione di 3mila persone nei quattro Paesi delle università, ai quali si aggiunge anche il Messico, è «il primo studio che mette a paragone più Paesi in continenti diversi», ha spiegato Simone Mancini, ricercatore del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa. «Stiamo utilizzando i dati raccolti per ricerche e pubblicazioni ancora in corso, si tratta di materiale molto utile per chiunque si occupi di marketing in questo settore», ha aggiunto il ricercatore. Dunque, con le aperture dell’Ue all’utilizzo degli insetti a fini alimentari, sono iniziate anche le profilazioni dei possibili consumatori a livello interno e globale.

Al via le profilazioni dei potenziali consumatori di insetti

Secondo quanto emerso dallo studio, condotto tra febbraio e marzo 2022 e al quale per l’ateneo di Pisa ha preso parte anche la professoressa Roberta Moruzzo, il potenziale consumatore di insetti o prodotti contenti farine di insetti è uomo e giovane. I livelli di rifiuto di questi prodotti però, specie nei Paesi non culturalmente avvezzi all’entomofagia, restano estremamente elevati. Per tutti vale l’indicazione giunta dall’Italia, con la stragrande maggioranza di no al consumo di insetti, condivisa anche dai belgi.

Gli uomini giovani più possibilisti

L’idea di mangiare insetti appare, invece, più accetta in Paesi come il Messico e la Cina, dove le percentuali di quanti non apprezzano l’idea si abbassano rispettivamente a circa il 46% di donne e 15% di uomini e circa il 62% di donne e 50% di uomini. Dunque, che siano più o meno refrattari agli insetti nel piatto, gli uomini si dimostrano comunque più aperturisti, specie se giovani. L’età, secondo quanto riferito dai ricercatori, è un fattore che incide in particolare nei Pesi poi dove la predisposizione a includere gli insetti nella dieta è minore, ovvero Italia e Belgio. In ogni caso, comunque, in tutti e cinque i Paesi, l’accettazione degli insetti trasformati, ad esempio nelle farine, è risultata sempre maggiore rispetto a quelli interi. «La maggiore propensione al consumo nella fascia di popolazione tra i 18 e i 41 anni rispetto agli over 42 – ha commentato Mancini – potrebbe essere spiegata dalla curiosità dei più giovani verso il novel food e da una maggiore sensibilità rispetto ai temi legati alla sostenibilità alimentare. In generale, per quanto riguarda il nostro Paese, i risultati in parte confermano che gli italiani sono meno pronti a inserire questi novel food nella loro dieta, ma denota anche come altri Paesi europei o occidentali abbiano già superato queste barriere e siano pronti a buttarsi sul mercato».

 

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