Dopo Cospito, i vip di sinistra si mobilitano anche per il teppista anarchico Vecchi: no all’estradizione

9 Feb 2023 18:19 - di Leo Malaspina

Nuovo appello contro l’estradizione del No global anarchico Vincenzo Vecchi in Italia. A firmarlo questa volta sono dieci personalità: l’attrice francese Juliette Binoche (nella foto), il linguista americano Noam Chomsky, il regista Luc Dardenne, la scrittrice Annie Ernaux, lo scrittore Pierre Lematire, il regista Ken Loach, il regista Volker Schlondorff, la filosofa Barbara Stiegler e lo scrittore Eric Vuillard. Nell’appello pubblicato su ‘Le Monde‘ gli intellettuali chiedono alla Corte d’Appello di Lione, la cui prossima udienza è stata fissata al 24 febbraio, di respingere l’estradizione in Italia dell’ex no global ricercato per i fatti del G8 di Genova del 2001 e che era stato arrestato in Francia nell’agosto del 2019 dopo una latitanza di 8 anni.

Chi è Vincenzo Vecchi

Vecchi, 49 anni, era stato condannato, con sentenza resa definitiva dalla Corte di Cassazione italiana il 13 luglio 2012, alla pena di 11 anni e 6 mesi per le violenze verificatesi durante il G8 di Genova. Aveva inoltre riportato una condanna a 4 anni di reclusione per alcuni scontri che hanno avuto luogo in occasione di una manifestazione antifascista a Milano nel marzo del 2006. Per quanto riguarda la condanna per i fatti di Milano è stato ritenuto in Francia che la pena era stata già scontata e quindi è decaduto uno dei due mandati europei.

Vecchi, originario di Bergamo, vive attualmente a Rochefort-en-Terre, in Bretagna, da quando è stato scarcerato, ossia dal 15 novembre 2019. Prima del suo arresto lavorava da molti anni come imbianchino mentre adesso ha ritrovato un lavoro nella costruzione di alloggi ecologici a Questembert, sempre in Bretagna.

I vip francesi: “Condannato per una legge fascista”

“Vincenzo Vecchi è un attivista anti-globalizzazione che – si legge nell’appello, costellato di tesi inverosimili e clamorose bugie – vive in Francia da dodici anni. Ha partecipato alle manifestazioni contro il G8 a Genova nel 2001, manifestazioni la cui repressione è stata così feroce che lo stesso capo della polizia italiana, qualche anno dopo, ha confessato casi di tortura. Tuttavia, in modo da condannare pesantemente gli attivisti anti-globalizzazione, la giustizia italiana ha fatto ricorso all’incriminazione per ‘devastazione e saccheggio’, risalente al periodo mussoliniano. La specificità di questa incriminazione – sottolineano – è che non richiede che l’imputato abbia commesso gli atti lui stesso, direttamente. È sufficiente che fosse presente sulla scena perché si costituisca una specie di infrazione collettiva. Si presume che la persona presente sulla scena di un reato abbia fornito supporto morale. E, anche se si tratta solo di danni a cose, le sanzioni sono poi molto severe. Così, per aver partecipato alle tumultuose manifestazioni che si svolsero a Genova più di vent’anni fa, Vincenzo Vecchi fu condannato in Italia a dieci anni di reclusione”, spiegano. “L’incriminazione per ‘devastazione e saccheggio’, su cui si fonda la condanna di Vecchi, è una legge fascista italiana del 1930, per definizione incompatibile con la legge francese”.

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