Turista accoltellata a Roma, il clochard: “Non sono io”. Il carabiniere: “Così l’ho riconosciuto”
Ha risposto alle domande, ma si è dichiarato «estraneo ai fatti», sostenendo di non essere neanche transitato a Roma Termini il 31 dicembre perché non aveva nessuna necessità». Aleksander Mateusz Chomiak, il 25enne polacco senza fissa dimora arrestato ieri a Milano per il caso della turista israeliana di 24 anni, Abigail Dresner, accoltellata a Termini la notte di Capodanno è stato interrogato oggi dal Gip all’interno del carcere di San Vittore, dove si trova dopo l’arresto avvenuto ieri pomeriggio. A riferire i contenuti del colloquio è stata Francesca Rena, l’avvocato d’ufficio che difende il giovane. «Non si è riconosciuto in quelle immagini», ha detto il legale.
Il vicebrigadiere racconta come ha riconosciuto il giovane
Chomiak, che non ha precedenti, è stato fermato da due carabinieri di Milano, marito e moglie in quel momento fuori servizio, che lo hanno riconosciuto su un treno in partenza per Brescia. I due militari lo hanno riconosciuto dal volto, ma sono stati il cappello con la visiera e le scarpe rosse a dare loro la conferma che si trattasse proprio del giovane dei filmati. A spiegarlo all’Adnkronos è stato l’uomo, un vicebrigadiere del Nucleo radiomobile di Milano. Mentre la moglie andava a chiamare rinforzi, il giovane deve essersi accorto di essere osservato ed è sceso dal treno. Il militare allora lo ha seguito e bloccato con l’aiuto della Polfer, presente in stazione. Poi il vicebrigadiere ha mostrato al fermato una delle foto pubblicate online sul cellulare: «Sei tu?», gli ha chiesto e il giovane, che è in Italia da otto mesi e non parla italiano, ha annuito senza opporre resistenza.
Nello zaino del giovane trovati due coltelli e un taglierino
Secondo quanto emerso, nello zaino di Chomiak gli investigatori hanno trovato due coltelli da cucina da circa 20 centimetri e un taglierino un po’ più piccolo, su cui ora saranno svolte le analisi alla ricerca di eventuali tracce ematiche della vittima, ancora ricoverata in ospedale. «Vivo per strada e i coltelli li uso per tagliare il pane o per aprire le confezioni del cibo», sarebbe stata la spiegazione offerta dal 25enne. Fra le ipotesi al vaglio c’è anche quella che il giovane potrebbe essersi liberato dell’arma con cui avrebbe colpito la sua vittima, a quanto pare scelta a caso. Proprio l’assenza apparente di un movente ha fatto parlare di possibili problemi mentali del 25enne, ma gli inquirenti, che lo hanno definito «un fantasma che si aggirava in giro per l’Italia» e che si è reso protagonista di «un atto illogico», hanno riferito che al riguardo non esiste documentazione medica di supporto.
I pm chiedono la custodia in carcere: «Rischio di fuga e reiterazione»
Nella richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio i pm parlano di un fatto «grave e allo stato privo di motivazione» e che non ha alcun aspetto terroristico, motivazioni razziali o aggravanti. Aleksander Mateusz Chomiak, aggiungono, «è socialmente pericoloso e potrebbe colpire ancora». Nelle esigenze cautelari i pm hanno evidenziato sia il pericolo di fuga sia di reiterazione del reato. Dunque, anche in considerazione del fatto che il giovane è senza dimora, ritengono che la custodia in carcere sia l’unica misura possibile. La difesa non ha chiesto al momento misure alternative, in attesa dell’ordinanza di convalida. Il fascicolo dovrà ora essere trasmesso a Roma.