Pompei, dopo 20 anni riapre al pubblico la Casa dei Vettii. Sangiuliano: “Un pezzo di memoria nazionale”
Riapre dopo 20 anni la Casa dei Vettii a Pompei. A parte una parziale riapertura nel 2016, questa domus simbolo viene restituita al pubblico. Che la può finalmente ammirare in tutta la sua articolazione e complessità architettonica, grazie ai recenti interventi. Il nuovo e ambizioso progetto di restauro, cominciato nel 2016 sotto la direzione di Massimo Osanna, si è avvalso della collaborazione di professionalità tra le più varie. Tra archeologi, architetti, restauratori, ingegneri, strutturisti e esperti di giardinaggio. E si profila come uno dei cantieri più complessi nel panorama dei beni archeologici degli ultimi decenni.
Pompei, riapre al pubblico l’antica Casa dei Vettii
“Una riapertura epocale che segna il termine di una storia di restauro lunga e travagliata”, sottolinea Osanna. In occasione della visita agli scavi di Pompei del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Negli ultimi anni – spiega Osanna – ci si è avvalsi del modello vincente del grande progetto europeo. Sia nella gestione dei finanziamenti sia delle risorse umane. Mma con la differenza che in questo caso il tutto è stato gestito dal lato progettazione degli interventi con le forze interne del parco”.
Sangiuliano: dobbiamo essere all’altezza della grandezza della storia
“Dobbiamo essere all’altezza della grandezza che la storia ci ha trasmesso“. A sottolinearlo è il ministro della Cultura, in visita agli scavi di Pompei, “Serve davvero una grande passione umana per fare certi lavori. Pompei rappresenta un unicum mondiale, la memoria della nostra identità nazionale e della nostra comunità”. Per il titolare del Mic, “quando visitiamo luoghi come Pompei, avvertiamo la presenza delle nostre radici e la memoria dell’intera umanità. Perché la storia, come insegna Benedetto Croce, è sempre un fatto umano contemporaneo”.
Scavata tra il 1894 e il 1896
Scavata tra il 1894 e il 1896, la casa dei Vettii apparteneva a Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus. Probabilmente due liberti, divenuti ricchi con il commercio del vino. Lo sfarzoso arredo pittorico e scultoreo della casa, dunque, riflette anche la ricchezza del territorio della città. Dove si produceva il vino per l’esportazione in tutto il Mediterraneo. E la mobilità sociale, che consentiva a due ex schiavi di salire ai livelli più alti della società locale.