“Odi et Amo”: in scena a Roma per la regia di Petrillo l’incontro sofferto tra Pasolini e Pound

18 Gen 2023 15:17 - di Gloria Sabatini

“Pasolini/Pound. Odi et Amo”. Non solo un titolo di grande impatto emotivo. Ma una  felice intuizione che ha preso forma nello spettacolo teatrale che è andato in scena a Roma, alla Sala Auditorium del Palazzo delle Esposizioni. Scritta e diretta da Leonardo Petrillo, regista controcorrente e geniale, con la consulenza artistica di Monica Codena, la pièce prede spunto da un’intervista storica che l’autore dei Cantos rilasciò nell’ottobre 1967 a Pier Paolo Pasolini. Nella sua casa veneziana di Calle Querini. Interpreti una straordinaria Maria Grazia Plos e Jacopo Venturiero, attore e doppiatore. Un lunga esperienza al fianco di mostri sacri come Giorgio Albertazzi e Gabriele Lavia.

“Odi et Amo”: in scena a Roma l’intervista di Pasolini a Pound

L’idea dell’intervista, accolta con titubanza dalla Rai, venne in mente a Vanni Ronsisvalle, inviato speciale e caporedattore della cultura del Tg1.  Che propose che a incontrare il “poeta emarginato” ci fosse anche l’intellettuale più eretico del comunismo italiano, Pier Paolo Pasolini. Da una parte l’immenso Pound anziano, che torna a parlare dopo anni di silenzio e i 13 anni di reclusione forzata nell’ospedale psichiatrico di St. Elizabeths a Washington (dopo la cattura dei partigiani e la consegna alle forze armate Usa che lo processarono per tradimento).

Lo scrittore dei Cantos e il poeta delle periferie

Dall’altra Pasolini, regista e scrittore. Nume ingombrante per il Pci, con i suoi Scritti Corsari a fustigare il moderno capitalismo (“Darei l’intera Montedison per una lucciola”) nel nome di un nuovo umanesimo rurale. Pasolini e Pound: due universi distanti. Per politica, età, formazione culturale. Ma uniti dallo stesso amore per la poesia, per il verso che è musica pura. Di Pound Pasolini amava soprattutto i Canti Pisani, per quella pietas assente nel resto dei Cantos. A unire i due grandi scrittori lo stesso amore per le identità nazionali, popolari e tradizionali. Uno legato al mito dell’Italia rurale e contadina, l’altro al mito dell’America dei pionieri.

L’incontro sofferto di due grandi artisti

Lo spettacolo ricostruisce sul palcoscenico il  lungo percorso di preparazione dell’intervista. L’entusiasmo e le incertezze del giornalista con le sue domande scritte su un foglio. La paura di non essere all’altezza dell’incontro mescolata alla coscienza di dare vita a un evento memorabile. Pound parla poco, centellina le parole con un afflato unico e irripetibile. È l’incontro sofferto di due grandi artisti. Giganti incompresi e funambolici, con sulle spalle la sofferenza dell’arte, come una croce, espressa attraverso l’arte stessa. Vengono alla mente i versi celebri dello scrittore americano innamorato dell’Italia,  evocati sulla scena. Quello che veramente ami rimane/il resto è scorie/Quello che veramente ami/ non ti sarà strappato/ Quello che veramente ami è la tua vera eredità.

Lo spettacolo fa parte della mostra Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo, il corpo poetico

Lo spettacolo è inserito, grazie anche all’impegno di Francesca Barbi Marinetti, nipote di Filippo Tommaso Marinetti e figlia di Luce Marinetti, nelle mostre “Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo, il corpo poetico”(Palazzo delle Esposizioni) e “Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound. A pact” (Macro). L’evento è stato realizzato grazie al bando dell’Assessorato alla Cultura e Sport della Regione Friuli Venezia Giulia per il progetto “Pasolini 100”.

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