Neonato morto, si indaga per omicidio colposo. La mamma contro la Asl2: non dicono la verità

24 Gen 2023 15:50 - di Redazione

“La famiglia è chiusa nel proprio dolore. Quello che stanno vivendo è un dolore inimmaginabile, nulla è più straziante della perdita di un figlio”. Queste le parole dell’avvocato Michela Tocci che, insieme al collega Alessandro Palombi, assiste la coppia di genitori del neonato morto all’ospedale Pertini a Roma nella notte tra il 7 e l’8 gennaio scorsi.

La famiglia attende l’esito dell’autopsia

“Attendiamo di incontrare i nostri assistiti per valutare insieme di presentare un esposto”, spiega la penalista. Per conoscere l’esito dell’autopsia, eseguita il 13 gennaio scorso, occorrerà attendere 60 giorni. “Al momento su questo non sappiamo nulla”, dice il legale. Intanto gli inquirenti nei giorni scorsi hanno acquisito anche la cartella clinica della donna e altri documenti. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta e la polizia adesso indaga per omicidio colposo, per ora contro ignoti.

La giovane mamma: non c’è stata assistenza

La giovane mamma ha 29 anni, originaria della provincia a Nord Est della Capitale. Aveva voluto partorire al Sandro Pertini a Pietralata perché «è lì che sono nata anche io». E ora commenta sul Messaggero le dichiarazioni della Asl 2 sull’accaduto. «Sto leggendo le dichiarazioni rilasciate dalla Asl 2 – spiega – dicono che hanno garantito tutta l’assistenza necessaria, che alle puerpere viene fatta firmare un’autorizzazione a tenere i figli con loro… Bellissime parole, peccato non siano veritiere».

“Mi sono dovuta occupare di tutto”

E aggiunge:  «Più volte ho chiesto in reparto di essere aiutata perché non ce la facevo da sola e di portare per qualche ora il bambino al nido per permettermi di riposare, eppure mi è stato detto sempre di no». Un no a cui non seguiva alcuna motivazione specifica da parte del personale sanitario: «Non è che si giustificassero in qualche modo – racconta affranta -. Dicevano che non era possibile e basta. E io rimanevo lì a dovermi occupare di tutto. Dovevo allattare il piccolo, cambiarlo, riporlo nella culletta accanto al letto, e ho dovuto farlo anche subito dopo il parto anche se ero sfinita».

 

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