Migranti, neanche dopo lo sbarco la Geo Barents rinuncia a insistere sul “porto più vicino”
Alla fine i 73 migranti soccorsi in acque internazionali al largo della Libia, e saliti a bordo della Geo Barents, sono approdati ad Ancona. Dove si sono concluse in mattinata le operazioni di sbarco. Tra i passeggeri della nave di Msf – i primi a scendere – anche 16 minori non accompagnati. I quali dovrebbero essere ospitati all’interno di un ex albergo di Senigallia, gestito dalla Caritas, dove sono già ospiti i minori soli sbarcati dalla Ocean Viking.
La Geo Barents ha sbarcato i 73 migranti ad Ancona
La nave di Medici senza Frontiere è arrivata allo scalo marchigiano, assegnato dal Ministero dell’Interno, con 24 ore di ritardo, dopo cinque giorni di navigazione a velocità ridotta a causa del maltempo. Un ritardo che la Ong ha sventolato a più riprese e a ritmo serrato, per continuare a protestare contro l’assegnazione del porto Ancona come approdo sicuro.E, più in generale, per dare sfogo all’insofferenza patita dal primo istante dell’annuncio del decreto di governo che regolamenta interventi e destinazioni delle navi di soccorso.
Un viaggio, tante polemiche: dalla partenza alla sbarco…
E così, tanto per non recedere sul punto e rinvigorire la polemica di nuova linfa recriminatoria, il capomissione di Msf, Juan Matias Gil, dopo l’arrivo al porto ha subito dichiarato: «È stata una traversata molto dura. Giorni di navigazione con onde alte più di tre metri…». Parole in cui riecheggia la medesima richiesta, avanzata come un mantra fino all’inverosimile in questi ultimi giorni. E respinta dal Viminale – con tanto di spiegazioni e indicazioni alternative –: l’assegnazione di un porto più vicino.
Migranti, le Ong insistono a battere sul “porto più vicino”
Ed è così che le Ong, non ancora paghe, sono tornate alla carica. Con la Geo Barents in testa a tutte, solerte a rilanciare: «Mi auguro che questa sia l’ultima volta che sbarchiamo qui. E che la prossima volta ci venga assegnato un porto sicuro più vicino…. Speriamo in una collaborazione con le autorità, noi siamo pronti». Pronti e fintamente ignari del fatto che il governo ha varato un decreto con norme e divieti da rispettare.
Volutamente indifferenti a decreti e logiche stringenti
Come del resto, dal comandante all’ultimo volontario dell’equipaggio, tutti i membri della nave Ong si sono fin qui dimostrati del tutto indifferenti al fatto che, continuare a rivendicare “il porto più vicino” all’area in cui si è operato il soccorso, ha ridotto al collasso gli scali del Sud, trasformati in colabrodo. E soprattutto indifferenti al fatto che continuare sulla piega del vittimismo d’accatto, non paga. L’ultima bufera social che ha investito gli allarmati tweet della Geo Barents, che insisteva a lamentarsi di mare mosso e mal di mare, dovrebbe averglielo insegnato. Eppure…