Migranti, schiaffo morale di Toti e Bucci al Pd che frigna e cerca scuse: i nostri porti sono aperti

10 Gen 2023 9:20 - di Bianca Conte
migranti

Col Pd schierato sulla linea delle lamentazioni delle Ong su norme e porti di sbarco per i migranti, il governatore Toti dà una lezione di stile e di politica. E mette a disposizione, in accordo coi sindaci, gli approdi di Genova e La Spezia. «Nessun dramma, ce ne faremo carico», risponde infatti il Presidente della Liguria. Confermando i rumors sulla disponibilità della regione come destinazione dei possibili, prossimi barconi in arrivo dalla Libia.

Migranti, la lezione della Liguria alla regioni rosse

Uno schiaffo morale, quello schioccato da Toti, alle resistenze e alle recriminazioni ideologiche degli amministratori di sinistra che, ostentando pseudo-solidarietà a Geo Barents e Ocean Viking – e al frigno delle Ong in genere di questi giorni – sul porto di Ancona, in nome di un buonismo propagandato a chiacchiere e smentito nella pratica, hanno imbastito una polemica infinita. Che, ancora ieri, una volta di più, ha costretto il ministro Piantedosi a spiegare ratio e opportunità delle indicazioni di governo. Perché loro, gli amministratori delle regioni rosse, gli sbarchi nei loro porti hanno dimostrato a chiare lettere – anche se con argomentazioni di comodo – di non volerne. Insistendo a chiedere di far approdare i naufraghi nelle solite Sicilia e Calabria.

Toti e il sindaco Bucci mettono a disposizione il porto di Genova

«È giusto dividere il peso di un’ondata migratoria importante su tutto il territorio nazionale», aggiunge Toti. Che nel ribadire la disponibilità della sua Regione, fa sapere: «Accoglieremo tutti, non ci sono problemi». Un pensiero condiviso dal sindaco di Genova, Marco Bucci, una delle città che potrebbero essere incluse nella nuova road map dell’accoglienza. «Il governo sa quali sono i porti che potranno o dovranno essere chiamati in causa. Se ci dovesse essere Genova, ci adegueremo a quanto stabilito», ha sostenuto il primo cittadino. Salvo chiedere, naturalmente, «risorse e strumenti adeguati per fronteggiare la fase di accoglienza».

Migranti, le ragioni logistiche per allentare la morsa degli sbarchi sul meridione

Non solo. Mentre i dem continuano sulla rotta di un pietismo d’accatto. Incalzando – come ha fatto ancora ieri il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci – sulle preoccupazioni in merito a ore di navigazione in più per raggiungere i porti assegnati. Più distanti rispetto all’area in cui i salvataggi sono avvenuti. L’esperto marittimista Giuseppe Loffreda spiega all’Adnkronos come e perché il comportamento del governo italiano è corretto. E non soltanto in virtù della risoluzione 167 del 2004 dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo) delle Nazioni Unite.

«È legittimo che l’Italia assegni un porto sicuro qualunque»

O perché il Viminale ha tutte le ragioni pragmatiche e morali di alleggerire le regioni del Sud, che fino ad oggi sono state in prima linea. E per cui è decisamente giunta l’ora di organizzare una redistribuzione, se possibile, a livello nazionale. Ma anche perché, sostiene l’esperto, quando un’imbarcazione, invece di dirigersi verso il porto più vicino alla zona del soccorso appena effettuato, (Tunisia, Libia o Malta), forza la mano per raggiungere l’Italia, «è legittimo che l’Italia gli assegni un porto sicuro qualunque. Anche Genova». O la tanto discussa dall'”accogliente” Pd, città di Ancona

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *