Meloni: piena fiducia a Nordio. I due in settimana concorderanno il piano di riforme per una giustizia giusta
Inutile il tentativo di mettere zizzania nella maggioranza sul caso intercettazioni. Chi dipinge il ministro della Giustizia Nordio come un Guardasigilli isolato, pronto alle dimissioni, “scaricato” dal leader Matteo Salvini e addirittura commissariato dalla premier, dovrà ricredersi dopo la nota di Palazzo Chigi. Che mette a tacere indiscrezioni e retroscena interessati.
Meloni ribadisce la piena fiducia nel Guardasigilli
“Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti, tra il presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio. – recita la nota – Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con palazzo Chigi. Nello specifico il presidente Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani”.
In settimana faccia a faccia Nordio-Meloni
E ancora: “In questo quadro, il presidente Meloni e il ministro Nordio si incontreranno in settimana per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana. Il governo è determinato, infatti, a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all’Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese”.
Altro che ministro “scaricato” come vorrebbero le opposizioni
Un comunicato che chiude giorni di tensioni, discussioni e attacchi contro i quali Nordio ha opposto la forza dei numeri. «Non ho mai minimamente pensato a dimettermi. In primo luogo perché con la premier siamo in perfetta sintonia», ha detto sabato sera. Rivendicando che la sua linea è quella ufficiale del governo, non la sua personale. «Poi perché le critiche, soprattutto quelle espresse in modo scomposto ed eccentrico, sono uno stimolo a proseguire», ha aggiunto. «Ed infine perché la mia risoluzione sulla giustizia è passata con 100 voti contro 50 al Senato, e con la stessa percentuale alla Camera. Con una standing ovation anche da una parte dell’opposizione. Le voci sulle nostre divisioni interne sono manifestamente smentite dai voti», ha concluso. E oggi la nota voluta dalla premier Giorgia Meloni chiude ogni varco alle frecce con cui si cerca di colpire non Nordio ma ogni intenzione riformatrice sulla giustizia.