Meloni incontra Nordio: «Siamo determinati a dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce»

26 Gen 2023 19:25 - di Angelica Orlandi
Meloni Nordio

“Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo Governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile”. Sono le parole del premier Giorgia Meloni che ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per discutere dei prossimi provvedimenti in tema di giustizia.  Non esistono frizioni di alcun genere e il governo è pienamente operativo su un tema nevralgico come la Giustizia.

Incontro Meloni-Nordio. Rastrelli: “Nessun dissidio, smentite le voci”

L’incontro conferma infatti il clima disteso che si respira all’interno della maggioranza. Lo  mette subito in chiaro  il senatore di Fratelli d’Italia Sergio Rastrelli, segretario della commissione Giustizia, dopo settimane di illazioni. “Smentite, dunque, le voci strumentalmente diffuse su presunti dissidi interni. La riforma della giustizia – aggiunge Rastrelli – di cui l’Italia ha bisogno dopo anni di smarrimento e improvvisazione dei precedenti esecutivi sul tema, è uno degli obiettivi che il Governo Meloni non mancherà di raggiungere”. L’incontro era stato fissato per sgomberare il campo dalle polemiche dagli attacchi subiti dal ministro della Giustizia per le dichiarazioni rilasciate alla Camera. In particolare l’annuncio di una stretta sulle intercettazioni e l’esortazione al Parlamento a non farsi dettare la linea dai pm.

FdI: “Daremo agli italiani la giustizia che meritano”

La verità è che non esistono frizioni. Soprattutto, in FdI si mette in evidenza l’idem sentire tra il ministro Nordio e il premier, messo in dubbio da molti retroscenisti. “Nonostante le malelingue di certa stampa e della sinistra il rapporto tra il nostro premier Giorgia Meloni e il Ministro è più saldo che mai”, rileva Gianni Berrino. Il senatore e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Giustizia aggiunge. “Dall’incontro è uscito che nessuno dei due ha voglia di perdere tempo per realizzare quello che avevamo promesso agli italiani: una giustizia giusta e funzionante. Se ne facciano una ragione i nostri oppositori nel centrodestra c’è dibattito: non siamo una caserma. E la sola volontà è quella di non dare all’Italia l’ennesimo governo che lavora solo per garantire sé stesso, come Pd e 5stelle ci avevano abituati”. Pertanto, dal governo avanti tutta per attuare il programma: giustizia più equa, uffici giudiziari meglio organizzati, processi giusti e veloci, lotta alla criminalità organizzata. L’Italia ha bisogno di questa riforma – sottolineano in FdI – e, anche in questo campo, saranno i fatti a togliere spazio alle chiacchiere, come avverte  Carolina Varchi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia alla Camera.

Dalla certezza della pena alla separazione delle carriere

Separazione delle carriere, stop all’uso distorto delle intercettazioni, un piano carcerario che garantisca la certezza della pena, un cambio di passo per fronteggiare la criminalità diffusa: leggi rapina, scippi, spacci. Questi alcuni dei pilastri definiti a Palazzo Chigi. Primo step, la separazione delle carriere; “che siamo determinati a portare avanti”, assicurano fonti di governo in prima linea sul dossier. Ma Meloni, nel colloquio col Guardasigilli, ha rimarcato anche la necessità di varare un piano carcerario legato inevitabilmente a doppio filo con la certezza della pena; così come un cambio di passo nel fronteggiare la criminalità diffusa “che flagella la vita quotidiana dei cittadini, dunque è una priorità”, avrebbe rimarcato il presidente del Consiglio.

Contro l’uso distorto delle intercettazioni

Sul tavolo, naturalmente, anche l’utilizzo delle intercettazioni: non è in discussione lo strumento, ma non possiamo nemmeno accettare un uso distorto che si traduce in gogna mediatica, fughe notizie, delegittimazione di persone ferite nella loro onorabilità, il ragionamento al tavolo. Nordio ha poi sollevato la questione della cosiddetta paura della firma, rimarcando la necessità di una revisione dei reati contro la Pubblica amministrazione, che consenta agli amministratori di operare con serenità, con certezza, ovvero sapendo se gli atti firmati costituiscono o meno un illecito. Questo per garantire anche velocità amministrativa, una necessità imposta a maggior ragione dalla sfida che attende l’Italia sul Pnrr: dunque certezza del diritto, stop norme evanescenti che costringono l’amministratore pubblico a lavorare nell’incertezza. Stabilite le priorità nella riunione di oggi, a breve verrà stilato un cronoprogramma: dunque ci sarà presto un nuovo appuntamento, riferiscono le stesse fonti.

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