Meloni in Algeria: «Costruiamo ponti che tornano utili a tutta l’Europa» (Video)

23 Gen 2023 16:30 - di Federica Parbuoni
meloni algeria

Ci cono gli accordi bilaterali per l’esportazione del gas e la realizzazione di un nuovo gasdotto per l’idrogeno, per uno sviluppo sostenibile, per una collaborazione nel settore dello spazio e per incrementare gli scambi commerciali. C’è soprattutto la costruzione di «uno straordinario ponte che può tornare utile all’Europa intera per l’approvvigionamento energetico» e per il rafforzamento della collaborazione nell’area mediterranea, anche in un’ottica di costruzione di pace e sicurezza. La visita del premier Giorgia Meloni in Algeria, dove oggi ha incontrato il presidente, Abdelmadadjid Tebboune, va insomma ben oltre le reciproche convenienze economiche. E guarda, piuttosto, agli scenari geopolitici, in cui l’Italia può e deve avere un ruolo da protagonista.

Meloni: «Dobbiamo costruire ponti, quello tra Italia e Algeria è utile a tutta l’Europa»

«Abbiamo bisogno di affrontare una situazione geopolitica difficile costruendo il più possibile ponti» e quello tra Italia e Algeria «è uno straordinario ponte che può tornare utile all’Europa intera per l’approvvigionamento» energetico, ha sottolineato Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa rese insieme al presidente Tebboune. «Oggi l’Algeria è il nostro principale fornitore di gas. Sono state firmate due intese da Eni e la sua omologa algerina, un’intesa per ridurre le emissioni di gas serra, quindi per uno sviluppo sostenibile, e l’altra è per giungere a un incremento delle esportazioni di gas dall’Algeria all’Italia e all’Europa, per la realizzazione di un nuovo gasdotto per l’idrogeno, la possibilità di fare gas liquefatto. Insomma, un meccanismo di mix energetico che noi individuiamo come possibile soluzione alla crisi energetica in atto», ha spiegato ancora il premier, ribadendo che il suo progetto è fare dell’Italia «una sorta di Hub di distribuzione dell’energia» a livello europeo.

Il “Piano Mattei” strategico anche per l’immigrazione

Meloni quindi è tornata a parlare del “Piano Mattei”, così centrale nell’economia di questa visita, e ne ha ribadito l’importanza strategica non solo dal punto di vista energetico. Quella via italiana a un rapporto con l’Africa che si liberi da ogni tentazione predatoria, infatti, rappresenta una risposta anche al fenomeno delle migrazioni di massa e, ha avvertito Meloni, è necessario che l’Europa capisca che è un suo interesse o l’approccio al tema delle migrazioni resterà «miope».

Il presidente dell’Algeria Tebboune: «Con Meloni convergenza di punti di vista»

Soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa anche da Tebboune, il quale ha voluto sottolineare «la convergenza dei nostri punti di vista sulla necessità di operarsi congiuntamente per contribuire a rafforzare la sicurezza e la pace, particolarmente nella regione mediterranea». Per il presidente algerino le posizioni di Meloni «su numerose problematiche regionali sono la testimonianza di una grande vicinanza di punti di vista». Tebboune, quindi, si è soffermato sulla «congiuntura che prevale sulla scena internazionale», rispetto alla quale «abbiamo condiviso la nostra viva preoccupazione rispetto alla moltiplicazione di focolai di tensione che minacciano la sicurezza e la stabilità internazionali, generando delle crisi preoccupanti che in parte negative sulla sicurezza alimentare in particolare nel continente africano».

La posizione italiana sulla questione mediorientale

Durante la conferenza stampa, inoltre, a Meloni è stata rivolta una domanda sulla situazione israelo-palestinese. «Per l’Italia solo una soluzione a due Stati giusta e sostenibile, negoziata dalle parti, potrà assicurare pace e stabilità in Medio Oriente», ha risposto il premier, che a margine del punto con la stampa non ha mancato di rispondere anche su temi prettamente interni, dalle intercettazioni ai benzinai, e questioni europee.

L’avvertimento di Meloni all’Ue sulla competitività delle aziende

«È una preoccupazione che la Ue pensi di poter risolvere il problema della scarsa competitività delle nostre aziende, anche a fronte degli ingenti investimenti degli Usa alle loro aziende, solo con un allentamento della normativa sugli aiuti di Stato», ha detto Meloni, rispondendo a una domanda su suoi eventuali timori per la “concorrenza sleale della Germania”. La soluzione indicata dall’Ue, ha proseguito, «produce una maggiore possibilità per gli Stati che hanno una maggiore disponibilità fiscale di aiutare le loro aziende, al contrario per chi ne ha minore, come il nostro, di impedire questa possibilità. Questo produce anche una distorsione sul mercato interno», ha avvertito il premier, sottolineando che «se alla prima difficoltà si scopre che si va in ordine sparso e qualcuno ha più opportunità degli altri non facciamo un favore, ma non a noi, all’Europa intera». «La nostra posizione – ha chiarito il premier – è un’altra, legata a un fondo sovrano per aiutare le aziende o a una maggiore flessibilità su fondi già esistenti e sugli investimenti non utilizzati. È la proposta che porteremo. L’Italia si farà portatrice di un punti di vista diverso da chi sostiene che basti allentare la norma sugli aiuti di Stato».

Le intercettazioni? «Bisogna mettere mano a quello che non funziona»

Per quanto riguarda le intercettazioni, poi, il premier ha ribadito che «è necessario mettere mano alle cose che non funzionano, e quello che non funziona è un certo uso che si fa delle intercettazioni». Dunque, «dobbiamo cercare le soluzioni più efficaci per capire quali punti che riguardano lo stato di diritto che non funzionano, senza la necessità che ciò si traduca in polemiche o scontri», compreso quello tra politica e magistratura, ha chiarito Meloni, ribadendo la piena fiducia nel ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e ricordando di aver «lottato per averlo a via Arenula».

«Sui balneari non ho cambiato idea»

E, ancora, sui balneari «la questione è complessa. Non ho cambiato sul tema della difesa dei balneari da una direttiva che non andava applicata», ha chiarito il premier, sottolineando che «quello che ora si tratta di capire  quale sia la soluzione più efficace a livello strutturale». «Io immagino – ha proseguito – una soluzione non temporanea, ma strutturale. Convocheremo le associazioni dei balneari prima del voto degli emendamenti per capire se è più efficace la proroga o altre soluzioni, il mio obiettivo è mettere in sicurezza quegli imprenditori».

Il premier: «Nessuno vuole colpire i benzinai»

Quanto ai benzinai, Meloni ha ricordato che «li abbiamo convocati già due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai, ma per riconoscere il valore dei tanti onesti». «Poi la media del prezzo non diceva che erano alle stelle. Sono state molto poche le speculazioni. Ma non potevamo tornare indietro su provvedimento che è giusto: pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro. Nessuno – ha concluso Meloni – vuole colpire la categoria».

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